Gallico ha ricordato il professor Santoro
È stata semplice, ma significativa, la cerimonia di intitolazione di una via, nella quale è nato e vissuto, al prof. Pino Santoro poeta, scrittore, pittore studioso gallicese. Vi hanno preso parte, oltre a tanti suoi amici, le nipoti Adelaide e Claudia Laganà e, in rappresentanza delle Istituzioni, il consigliere metropolitano Giuseppe Giordano, l’assessore comunale per il Personale e le Società Partecipate Francesco Gangemi e la consigliera comunale dott.ssa Teresa Pensabene, presidentessa della Commissione delle Pari Opportunità e membro della Commissione toponomastica. La storia di un luogo celebra spesso gli eventi lieti o brutti, ma è doveroso soprattutto ricordare anche le persone che hanno dato il loro apporto pubblico o privato alla crescita di un territorio. Il quartiere ha voluto così consegnare alla storia la memoria di un suo figlio che, per tutta la vita, ha testimoniato valori umani, etici, sociali e culturali divenendo per i ventenni di allora, oggi settantenni, un fermo punto di riferimento. Con il suo essere gentile e accogliente, ispirato al rispetto e alla valorizzazione dell’altro/a, è stato riconosciuto un grande precettore. Il prof. Pino Santoro, pur non svolgendo la professione di insegnante, è stato uno studioso e un divulgatore di cultura per tutta la vita con il grande carisma dell’educatore e neanche la malattia, che lo ha reso progressivamente disabile, lo ha fermato in questa sua missione. Amorevolmente assistito dai suoi ‘discepoli’, si è impegnato a produrre eventi culturali e ha curato un costante dialogo con il quartiere. È stato ideatore e grande sostenitore di manifestazioni culturali come, per citarne alcune, la Festa dell’Unità, la Marcia della pace, Mostre di pittura, la redazione del mensile “Scintilla” o la prima radio libera di Gallico. A lui si devono anche numerose iniziative di carattere sociale svolte al Parco della Mondialità come Doposcuola, Scuola di chitarra classica, Scuola di danza classica, Teatro. Le testimonianze hanno esaltato le qualità di un uomo che credeva molto nel valore dell’amicizia, perché “senza i sentimenti l’uomo è arido, come un deserto senza oasi”, e che ha sempre avuto fiducia nella vita anche se affermava che “gli orizzonti luminosi” erano a volte offuscati da neri nuvoloni contro i quali non si poteva far nulla se non opporre la barriera della speranza, i cieli luminosi e il piacere di assistere allo spettacolo dell’alba e del sorgere del sole o di ascoltare il canto delle allodole. Malgrado l’invalidante malattia che lo ha condotto alla morte, si è sentito graziato dei mali che non ha avuto ed ha gioito quando ha rivolto inni di lode e di speranza al Padre Celeste sentendosi da Lui amato, conclusione di un percorso di ricerca del Divino che lo ha visto impegnato molto intensamente nell’ultima parte della sua vita. Anche lui ha amato, soprattutto i giovani, perché, consapevole della caduta di molti valori e del degrado umano che avanzava, ha temuto per il loro futuro. I suoi consigli, come è emerso dalle testimonianze, rappresentano ancora oggi il suo testamento spirituale che si può sintetizzare nell’esortazione a credere nella cultura, nei valori che aiutano ad essere piuttosto che ad avere e nella fede in Dio.“Molte persone entreranno e usciranno dalla tua vita, ma soltanto i veri amici lasceranno un segno nel tuo cuore”, diceva Leonor Roosvelt. E il professor Pino Santoro è stato uno di loro.