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Contemplare, compatire e condividere: una per tre con Gesù

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In vista del triduo pasquale 2021 abbiamo lanciato questa proposta “Una per tre con Gesù”, sarebbe dedicare un’ora per tre sere consecutive (lunedì, martedì, mercoledì santo) per lasciarci illuminare da Gesù tramite la sua Parola; rivolta ad alcuni fedeli-amici di Salerno, fatta tramite la piattaforma Zoom.

È stata una proposta formativa spirituale di tipo lectio divina; seguendo queste indicazioni “Che cosa dice il brano in generale? Che cosa il Signore mi dice tramite il brano? Che cosa voglio dire al Signore partendo dal brano scelto? Il brano mi potrebbe suscitare/provocare qualche cambiamento della mia vita?”. Eravamo uniti attorno alla Parola di Vita nonostante fossimo rimasti nelle nostre case, perché volevamo Vivere la nostra pasqua nella Pasqua del Signore Gesù, con queste tre predisposizioni: contemplare, compatire e condividere.

Ci siamo immersi nel contemplare Gesù raccontato nei brani del Vangelo che avremo dovuto ascoltare durante le celebrazioni del triduo pasquale, quindi riflettendo sul senso della lavanda dei piedi preso dal brano di Giovanni 13,1-15 (giovedì santo), sull’autoconsegna di Gesù secondo il vangelo di Giovanni 18, 1-11 (venerdì santo) e sul significato della risurrezione narrato da Marco 16,1-8 (veglia pasquale).

Ci rendiamo conto che ciò che Gesù ha vissuto negli ultimi giorni della sua vita terrena altro non è che il patire di Dio Padre nella potenza dello Spirito Santo con e per l’uomo, nell’amore gratuito, totale e incondizionato. Infatti ci accorgiamo che la passione di Cristo è l’espressione massima della sua condivisione di vita donandosi totalmente, sia a Dio che all’uomo. Non a caso dalla bocca del giovane vestito d’una veste bianca, nel sepolcro, esce un mandato missionario alle donne “Ma andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro: Egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete” (Mc 16,7); per dire che la morte di Gesù Cristo non ha messo fine alla sua missione; anzi, si deve continuare da dove Lui l’ha cominciata. In Galilea i discepoli devono ritornare per cominciare e per vivere personalmente la stessa esperienza del Maestro. 

A proposito di andare di nuovo in Galilea, Juan Mateos (gesuita e biblista) scrive così: Andare di nuovo in Galilea “implica prima di tutto il fatto che devono abbandonare Gerusalemme e con esse, gli ideali del giudaismo e che devono rinunciare sia a un Messia di potere sia a cercare la gloria di Israele come popolo; devono accettare la morte di Gesù e seguire i suoi passi, il suo stesso itinerario, sapendo di seguire il cammino della vita definitiva”.  



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