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IN CONGO RD UN COLPO DI STATO COSTITUZIONALE?

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La Corte Suprema del Congo RD ha deciso di anticipare la missione dell’Ua (Unione Africana) proclamando la vittoria di Felix Tshisekedi all’elezione presidenziale del 30 dicembre 2018. L’Ua aveva chiesto di sospendere la proclamazione perché aveva seri dubbi sulla conformità dei risultati provvisori come proclamati dalla Ceni (Commissione elettorale nazionale indipendente). Per questo aveva previsto l’invio di una delegazione di alto livello, presieduta dal ruandese Paul Kagame, con lo scopo di trovare un consenso sull’uscita dalla crisi attuale. Anche la Sadec (Comunità per lo sviluppo dell'Africa australe) e la Cirgl (Conferenza internazionale sulla Regione dei Grandi Laghi) si erano espresse sull’opportunità di ricontare i voti e di pubblicare i verbali in modo da rassicurare la popolazione sulla serietà del voto espresso.

Con il pretesto di interferenze straniere, non si è voluto ascoltare nessuno. Non si è data la necessaria importanza nemmeno ai ricorsi della piattaforma di Martin Fayulu e della Cenco (Conferenza episcopale nazionale del Congo).

Il candidato perdente, Martin Fayulu, ha denunciato un “colpo di Stato costituzionale” organizzato dalle istituzioni della Ceni con l’appoggio della Corte Suprema con lo scopo di perennizzare un regime ormai rigettato dal popolo. Fayulu chiama il popolo alla disobbedienza civile e a manifestare pacificamente su tutto il territorio nazionale. Inoltre, chiede alle organizzazioni della comunità internazionale di non riconoscere il nuovo presidente, perché non ha alcuna legittimità né legalità.

Sul versante internazionale però i riconoscimenti sono già arrivati. Primo fra tutti quello della Sadec, inoltre quelli del presidente sudafricano e del presidente del Burundi. Altri sicuramente giungeranno in giornata. Vedremo chi effettivamente si presenterà a Kinshasa domani, 22 gennaio 2019, per il giuramento ufficiale come nuovo presidente.

Si profila un’alternanza politica caratterizzata da una coabitazione tra presidente, governo e parlamento, visto che la maggioranza dei candidati eletti alle legislative sembra far parte della piattaforma politica di Kabila, il Fcc (Fronte comune per il Congo). Questi manterrebbe la maggioranza assoluta nella prossima Assemblea Nazionale.

Tutti ora si preoccupano di mantenere la pace e la concordia nel paese facendo appello al senso civile di ognuno. Nel frattempo sono stati riattivati Internet e i servizi telefonici. Certo, anche per la comunità internazionale vale di più la pace sociale nel paese che un imbroglio che umilia la democrazia partecipativa.



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