Un ponte sull’oceano, Non si può far finta di niente
Andrea Franzini è già tornato in Brasile, tra i suoi ragazzi, ma con una speranza in più. I giovani dell’istituto tecnico “Beltrami” di Cremona sappiano gettare un ponte invisibile, ma vero, che attraversi l’oceano. “Tu tocchi in un punto e il tuo gesto si ripercuote all’estremo opposto del mondo” (F. Dostoevskij).
Ecco qualche altra reazione dei giovani ascoltatori alla testimonianza di Andrea.
L’amore esiste davvero
“Mi ha colpito che ragazzine di 12 anni siano obbligate a prostituirsi per trovare il cibo per loro e le proprie famiglie”, sottolinea Stefania riflettendo sul privilegio di vivere in un Paese ricco, magari rincorrendo l’ultimo capo di abbigliamento firmato. Scrive Emanuela: “È sconvolgente! Non si può rimanere insensibili di fronte al degrado e alla fame, alla violazione dei diritti fondamentali, allo sfruttamento del lavoro minorile, alle violenze fisiche e psicologiche, all’abuso sessuale su minori, ai sequestri...”.
“Eppure, esempi come quelli di Andrea - continua Emanuela - ci dicono che l’amore e la solidarietà esistono. Luci di speranza si accendono negli occhi dei ragazzi di Abaetetuba che riscoprono il piacere del gioco, la bellezza di vivere, il gusto di stare insieme bandendo le violenze, con la consapevolezza di poter raggiungere la propria dignità attraverso la scuola. Un oceano ci divide dal Brasile, ma noi che abbiamo sentito non possiamo far finta di niente.
Ascoltiamo, dunque, le voci e afferriamo le mani dei bambini che si protendono verso di noi in un tentativo di abbraccio”.
Un ponte invisibile
Laura sogna di poter dedicare qualche tempo della sua vita ai bambini di Abaetetuba: “Penso che non ci sia niente di più bello che regalare un sorriso a un bambino nel bisogno”. Jennifer, poi, confessa di aver scoperto che esiste veramente un altro mondo. Lo scenario di bambini ammucchiati in quella specie di case messe su palafitte, igienicamente sconvolgenti, s’imprime nella mia mente e scende nel mio cuore. No, non posso più lamentarmi se non ho quel tipo di scarpe, o quel modello di maglietta, perché ci sono bambini che non hanno nulla da mangiare e che al mattino non sanno se arriveranno a sera”.
“Come in un film, mi passano davanti agli occhi quei bambini, tutti alla ricerca di una speranza, perché una cosa è certa - dice Agostino - quei bambini hanno la stessa voglia di vivere che abbiamo noi”.
- Per sapere di più del lavoro di Andrea Franzini in Brasile, si può contattare l’associazione “L’insieme” in via Valcamonica 5, Cremona. Tel. 0372 459168; sito web www.insiemecremona.org