Un patrimonio da custodire
Ci sono stati soltanto festeggiamenti religiosi quest’anno in onore della Madonna della Grazia, alla quale è intitolato il Santuario in Gallico. Il rettore p. Gaetano Lombardo è stato molto attento alla preparazione spirituale dei fedeli. Ha sviluppato un percorso di catechesi mariana, durante le celebrazioni eucaristiche dei sette sabati che precedono la festa. Aveva la collaborazione dei suoi confratelli, dei parroci di alcune chiese della Vallata e del francescano p. Natale Fiumanò, che ogni anno ritorna per l’occasione.
La figura di Maria è stata ampiamente presentata, approfondendo gli appellativi di Madre della divina Grazia, Madre Immacolata, Regina della pace, consolatrice degli afflitti, aiuto dei cristiani, rifugio dei peccatori e regina della famiglia. Ne è stata esaltata l’umiltà e la sua indispensabile partecipazione al progetto divino di salvezza. La bellezza della devozione alla Madonna è stata anche sottolineata durante la solenne celebrazione della Eucarestia del martedì, dal rettore della Comunità di Pellegrina, p. Santo Donato. Ha ribadito con forza che non dobbiamo aver paura di amare la Madonna, la via per giungere a Gesù.
I festeggiamenti, molto antichi (lo scorso anno è stato commemorato il 150° anniversario della prima processione verso la chiesa di S. Maria di Porto Salvo in Gallico Marina), si sono svolti secondo il rito tradizionale. La sacra e miracolosa icona dopo l’affidamento ai fedeli di Gallico Marina ha fatto ritorno nella sua casa con grande seguito di fedeli.
La festa della Madonna della Grazia nel tempo si è sempre più affermata come un momento importante della vita religiosa del quartiere. Per questo, deve essere salvaguardata anche per la valenza antropologica e culturale che la caratterizza. Purtroppo, si sta registrando un lento, ma progressivo declino che l’ha già depauperata dei festeggiamenti civili e di alcune usanze legate al culto mariano. Cambiano i tempi e la relazione con la tradizione. Soprattutto i giovani non riconoscono nella sua essenza un patrimonio di usi, costumi, il racconto della storia locale. Questa conoscenza è indispensabile per una maggiore consapevolezza dell’identità gallicese, per dare pienezza ai propri valori e chiarire le aspettative.
Bisogna contrastare atteggiamenti di indifferenza che nel tempo potrebbero sfociare in oblio e annullamento della ricca tradizione e rivalutare ciò che il passato ci ha trasmesso. Auguriamoci che Gallico sappia restituire la giusta rilevanza a festa ra’ Razia, quale importante esperienza religiosa, sociale, antropologica e culturale, considerando il comunitario momento di pietas popolare come una bellezza da custodire.