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Missioni Notizie: Bangladesh, Pakistan, Nepal

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Alle pendici dell’Himalaia

Il vescovo pragmatico. Mons. Michael Rosario ha dato le dimissioni da arcivescovo di Dhaka, capitale del Bangladesh, per limite di età e per malattia. Benedetto XVI, il 9 luglio 2005, ha accettato la sua rinuncia al governo pastorale della diocesi e ha nominato il suo successore, mons. Paulinus Costa, vescovo di Rajshahi, una diocesi al centro-ovest del Paese con varie comunità di tribali aborigeni. Mons. Michael è stato arcivescovo di Dhaka per oltre 25 anni. Uomo pragmatico, ha cercato di andare al cuore delle questioni, mantenendo rapporti schietti e fraterni con tutti, nella chiesa e con le autorità di governo anche nei momenti difficili. Gli piaceva curare l’orto e fare la manutenzione della sua landrover.

Si raccontano varie storie. Come quel ministro che, sceso dalla sua auto blu, aveva chiesto all’uomo steso sotto il motore della jeep di incontrare l’arcivescovo. “Mi dica; sono io” - disse l’arcivescovo uscendo fuori con la tuta intrisa di olio... oppure quando l’arcivescovo è stato fermato dalla polizia per un controllo e vedendo quattro animaletti bianchi nel vano della jeep, gli agenti avevano chiesto che bestie fossero. “Sono quattro cerbiatti!” - rispose con tono sicuro l’arcivescovo. In verità, erano quattro maialini: cose impure e diaboliche per i musulmani, anche se... di razza bianca (i maiali del Bangladesh sono tutti neri). Vero pragmatismo arcivescovile!

La bestemmia islamica. La commissione di giustizia e pace dei vescovi cattolici del Pakistan ha reso noti i dati riguardanti il problema della “bestemmia islamica”, rilevati nel Paese dal 1998 ad oggi. Per “bestemmia islamica” s’intende un oltraggio al corano o al profeta Maometto, punibile anche con la lapidazione, secondo la legge coranica. Negli ultimi 6 anni, solo in Pakistan, sono stati accusati di questo reato almeno 647 persone, di cui la metà sono musulmani, il 37% ahmadi (un gruppo islamico sufi), il 13% cristiani e l’1% hindu. In tutti i casi, gli accusatori erano musulmani. Oltre cento casi sono stati chiusi dalla corte perché “il fatto non sussisteva”. Gli accusatori, infatti, avevano usato il reato di bestemmia come pretesto per vendetta o altri interessi. Venti persone, tra cui sei cristiani, sono state uccise. Anche un giudice, che onestamente difendeva un accusato, è stato assassinato.

Nepal: cristiani coraggiosi. Anche i cristiani del Nepal hanno voluto celebrare l’anno dell’Eucaristia in modo solenne. Più di mille cattolici che vivono nella regione orientale del Paese si sono incontrati in una cittadina a circa 300 chilometri da Kathmandu per manifestare la loro fede e devozione eucaristica. Con loro c’era mons. Anthony Sharma, prefetto apostolico in Nepal (nella foto). È la prima volta che i cattolici nepalesi organizzano e partecipano a un evento religioso in pubblico. Il Nepal, infatti, è l’unica nazione al mondo che ha l’hinduismo come religione di stato; i cristiani sono spesso arrestati, anche per pregare in casa.

Una storia speciale

L’artista Anna Cuticchio ha girato mezzo mondo regalando la sua voce a draghi e principesse del teatro dei pupi. Adesso, ha scelto una piccola missione della Tanzania per rispondere alla vocazione missionaria. Anna è una delle eredi della più nota famiglia di “pupari” di Palermo. Dopo una vita tra scenografie e palcoscenico, ha deciso di dedicarsi ai bambini africani che soffrono la fame. La vita di Anna, però, fin dall’adolescenza non è stata facile. A 15 anni è stata strappata dalla sua famiglia da un uomo che voleva sposarla a tutti i costi.

Dopo 19 anni trascorsi a Torino con il marito e due figli, Anna ha deciso di tornare a Palermo. Il suo entusiasmo, però, è stato spento dalla perdita del figlio Giacomo, 19 anni, morto in un incidente stradale. Per superare il dolore, Anna si è buttata nell’attività teatrale fino al momento della crisi interiore, avvenuta durante la messa in scena della storia di Santa Marina, patrona di Venezia. “Leggendo la sua storia, ho capito che qualcosa nella mia vita doveva cambiare e che dovevo rispondere alla chiamata di Dio”. L’arcivescovo di Palermo, dopo aver ascoltato la storia di Anna, l’ha mandata in Tanzania, a Nyololo, per un’esperienza missionaria che si trasforma in vocazione. Anna è rimasta in Africa per tre anni e il 25 marzo scorso, ottenuto l’annullamento di matrimonio, ha preso i voti con il nome di Anna Maria Marina.

Oggi suor Anna è tornata dai suoi bambini, mentre la sua collezione di pupi (180 elementi realizzati dal 1979 al 1995 da antichi maestri ormai scomparsi) è stata messa in vendita. Una parte del ricavato sarà spesa per finanziare i progetti in Tanzania.



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