Tre nuovi brasiliani saveriani
EVERALDO DOS SANTOS
Padre Everaldo, saveriano dal 1997, è diventato sacerdote a luglio. I genitori gli hanno trasmesso un forte senso della fede. Fin da ragazzo, è stato impegnato nella vita parrocchiale, ma è stato l'incontro con alcuni saveriani a suscitare in lui il desiderio di diventare missionario. Ha studiato teologia a Manila, nelle Filippine. Vuole fare il missionario in Cina.
"Voglio impegnarmi perché il mondo diventi come una grande famiglia, sapendo che questo ideale non dipende unicamente dagli sforzi umani. Il saveriano è inviato per evangelizzare: va nel mondo intero per incontrare gli altri, rispettando l'opera dello Spirito. La missione ha sempre molto da insegnare".
ROBERTO CARLOS MARQUES DA SILVA
Padre Roberto è diventato sacerdote saveriano il 15 agosto. Mentre studiava psicologia all'università, si è avvicinato ai saveriani e innamorato del loro ideale e vita comunitaria. Dopo la laurea, lasciò l'ottimo impiego ed entrò in noviziato, divenendo saveriano nel 1999. Lo stesso anno ritornò sui banchi di scuola per studiare filosofia, in Brasile, e teologia, in Messico. Sogna di andare in Ciad, Africa.
"Essere saveriano comporta apertura e donazione. Apertura alla vita e al dono di Dio; donazione di me stesso al servizio del Regno, la Buona Notizia per tutti. Grazie allo Spirito Santo, noi siamo annunciatori e testimoni, per tutta l'umanità, della misericordia che libera dalla paura. La nostra sfida è cercare di essere come Gesù, che perdona, risana, comprende e condivide".
CARLOS MARCELO FRANZ
Carlos sarà ordinato sacerdote il prossimo dicembre. Da piccolo, aiutava i genitori nei campi e portava il latte in città. Il piccolo lattaio si trasformò in manovale, cameriere e bigliettaio; ma in cuore gli ardeva la fiamma missionaria. A 22 anni, entra tra i saveriani per fare le scuole superiori; ha continuato con gli studi di teologia a Parma. "Vivere a Parma è come essere nella rotonda del mondo saveriano: vi convergono tutte le realtà missionarie dell'istituto". Vuole andare in Bangladesh.
"La vocazione nasce in famiglia, cresce nella comunità e fruttifica nella missione. Essere saveriano è, per me, far parte di una bella famiglia per servire il regno di Dio, nelle situazioni più diverse e nelle sfide più impegnative. E' come essere in prima linea, lasciandomi guidare dallo Spirito".