Skip to main content

''Torni la primavera...'' La missione, vera anima della chiesa

Condividi su

Mi trovo da oltre un mese in Burundi. Ho incontrato tanti preti e molti laici mentre, nello stesso tempo, sono impegnato nell'insegnamento nel seminario teologico nazionale.

Ho ritrovato qui quel piacere di essere chiesa che caratterizza le nuove comunità cristiane dove la Parola di Dio sembra più viva che altrove, dove la gioia di essere cristiani traspare dalla gente che viene alla Messa domenicale e dove la chiesa mostra quel volto giovane che non nasconde anche qualche sbaglio, ma dove si vede che essa è la sposa "senza macchia e senza ruga", come l'ha voluta il suo fondatore Gesù Cristo.

Cinquant'anni fa, la primavera

Qui non mi è difficile sentire e riconoscere ancora quel vento di primavera che ha soffiato sulla chiesa cinquant'anni fa, l'11 ottobre 1962, quando papa Giovanni XXIII ha aperto il concilio Vaticano II. Non tutto è riuscito. Ma qui si vede una chiesa che cresce e si rinnova.

L'annuncio che il "Papa buono" aveva fatto il 25 gennaio 1959 nella basilica di San Paolo fuori le Mura, a Roma, era stata una sorpresa per gli apparati della curia romana; e i documenti che questa aveva preparato per i lavori in concilio erano stati immediatamente accantonati dai "padri conciliari", per essere liberi di ascoltare quello che lo Spirito Santo voleva dire alle chiese.

Sentivano infatti, che l'ora conciliare era come un nuovo inizio, anche se, nello stesso tempo, era il ritorno di una primavera sbocciata duemila anni prima. Per chi ha avuto la fortuna di vivere quella stagione, il ricordo e la nostalgia sono ancora forti e anche struggenti. Giovanni XXIII l'aveva chiamata profeticamente "nuova Pentecoste" e "primavera della chiesa".

Il gelo sugli alberi in fiore

Gli avvenimenti che seguirono quella stagione l'hanno purtroppo trasformata, a volte, in una specie di "inverno", come ebbe a dire il famoso teologo Karl Rahner, venticinque anni dopo il concilio. Nel clima del '68, le aperture promosse dal concilio spaventarono molti e alla stagione della speranza seguì quella della paura e del ritorno dei "profeti di sventura".

La primavera precipitò in un inverno, come quando il gelo viene a bruciare gli alberi da frutto già in fiore. Ma non è stata la fine, perché la vita non si spegne mai del tutto e lo Spirito Santo è in grado di far fiorire di nuovo la pianta della chiesa. L'albero della chiesa è ancora vivo ed è legittimo attenderci che esso produca ancora i frutti, annunciati 50 anni fa, che la chiesa può offrire di nuovo al mondo.

I documenti del concilio Vaticano II sono ancora buoni e veri; rispondono alle attese e alimentano la speranza della chiesa e del mondo, proprio in questo tempo in cui l'una e l'altro stanno passando una crisi che può essere un provvidenziale richiamo al rinnovamento.

I frutti delle giovani chiese

Anche "Missionari Saveriani" vuole partecipare alla celebrazione del cinquantesimo dell'apertura del concilio, non tanto tessendone le lodi - questo è spesso un modo elegante per archiviare un avvenimento e spegnerne la forza trasformatrice - ma richiamandone lo spirito e rileggendone i documenti. Lo farà in questi prossimi mesi raccontando come il concilio è stato ed è vissuto nelle giovani chiese in cui noi missionari lavoriamo.

In realtà, è lì che si può vedere come il concilio Vaticano II è stato forza di rinnovamento e di crescita e ha permesso un nuovo modo di essere chiesa. Possiamo capire la fatica che alcuni fanno nelle chiese di antica fondazione, anche se ciò non ne giustifica le resistenze e le regressioni. Vedi, per esempio, il ritorno della Messa in latino, il recupero di forme autoritarie e di clericalismo, il rifiuto del dialogo eccetera.

Nelle giovani chiese, invece, si può vedere che la liturgia rinnovata stimola quella "partecipazione attiva" che costruisce la chiesa, che i laici hanno ritrovato la loro vocazione specifica e che la chiesa è forza di trasformazione del mondo.

Un augurio... missionario

Ci rendiamo conto, nello stesso tempo, che la missione rivela la verità della chiesa, il luogo in cui essa fiorisce e mostra la sua bellezza e la sua forza spirituale. Perché la missione è la vera anima della chiesa, l'energia che la tiene viva e la sospinge sulle strade del mondo.

Il nostro augurio, allora, è che passi presto l'inverno e torni la primavera, come dice quel bel canto della Messa dei bambini: "Viene la primavera, l'inverno se ne va...".



Scarica questa edizione in formato PDF

Dimensione 5559.99 KB

Gentile lettore,
Continueremo a fare tutto per portarvi sempre notizie d'attualità, testimonianze e riflessioni dalle nostre missioni.
Grazie per sostenere il nostro Giornale.


Altri articoli

Edizione di Novembre 2015

Tutti in marcia per la pace

Il 27 settembre si è svolta la quarta marcia della pace della Romagna “Forlì-Bertinoro” a piedi e in bicicletta da Forlì, Cesena e Forlimpopoli. Al...
Edizione di Gennaio 2011

''Usciamo dalle nostre sacrestie'', Intervista a mons. Luigi Moretti

Mercoledì 24 novembre 2010, mons. Luigi Moretti, arcivescovo di Salerno, ci ha accolto per dialogare fraternamente sulla missione. È stato un "facc...
Edizione di Dicembre 2014

La solidarietà fatta per amore

In una sua lettera padre Pietro Uccelli scrive sul valore della “carità cristiana”, che lui chiama ancora “elemosina” e che oggi si definisce megli...
Logo saveriani
Sito in costruzione

Portale Unico dei Saveriani in Italia

Stiamo finalizando la nuova versione del portale

Saremmo online questa estate!

Ti aspettiamo...

Versione precedente del sito