Terza puntata: in casa e nel territorio
Dopo l’arrivo a Zelarino, si lavora sia per ristrutturare la casa che per trovare altri alloggi agli inquilini che vi abitano. Finalmente, nell’agosto 1949, i lavori possono iniziare in modo continuativo.
Subito ben inseriti
Abbiamo sistemato i vari ambienti per renderli sempre più vivibili per una comunità di circa 80-90 ragazzi più i missionari e le suore. Oltre a questo, venivano seminate le piante nel parco, coltivato l’orto, curato un pollaio, un porcile e un vigneto, così come i campi vicino alla Villa, dove si va a trebbiare il grano.
Tra le costruzioni, la più importante è l’inaugurazione della nuova chiesa il 28 agosto 1960. I saveriani partecipano al Congresso nazionale missionario a Venezia (1954) e al Convegno missionario a Padova (1958). Celebrano tante giornate missionarie nelle diocesi vicine, oltre a Venezia.
Collaborano con le parrocchie (messe, ritiri, predicazioni, confessioni) in particolare con quella di Trivignano e di Zelarino (festa del Corpus Domini, mese di maggio alla collina di Fatima...).
Buono è il rapporto con i religiosi e le religiose (anche per le confessioni), con le suore (cucina, guardaroba, lavanderia). Siamo presenti anche negli Uffici missionari di Venezia e Padova.
La vita degli “apostolini”
Dopo i primi arrivi alla chetichella, i ragazzi salgono a un numero notevole (80-90). Le principali attività sono la formazione religiosa e quella umana, oltre alla scuola media (esami pubblici a Padova, Mogliano e Mestre e nel 1964 una commissione in casa per gli esami).
Gli “apostolini” arrivano dalle varie case saveriane (Cremona, Vicenza, Udine, Nizza M., Ancona, Vallo della Lucania e Sardegna). Nel periodo estivo trascorrono un mese di vacanza a Lamon (BL).
Ma nella vita all’Istituto, ci sono molte attività: lavoro manuale (aiuto per le costruzioni della casa e lavoro dei campi), ritiri, veglie di preghiera, banda musicale, olimpiadi e calcio, teatro, pesche di beneficienza, aiuto alle mostre missionarie, costruzione del presepe a Mestre, gite e pellegrinaggi, visioni di film e televisione. Senza contare le celebrazioni, tra cui quelle della promessa apostolica e della vestizione (per gli “apostolini” che passano in noviziato).
Quelle visite… illustri
Naturalmente, non mancavano le visite dei superiori generali, di altri saveriani e anche dei vescovi (Bassi, Battaglierin, Tissot, Azzolini). Erano accolti i vari patriarchi (Roncalli, Urbani, Cè, Luciani, Scola, Moraglia) e i vescovi Negrin di Treviso e Olivotti, ausiliare di Venezia. I benefattori erano sempre i benvenuti, comprese le famiglie degli apostolini, così pure anche i parroci di Zelarino e dintorni.