''Semplice e umile lavoratore nella vigna del Signore''
Caro padre santo, con commozione abbiamo ascoltato le parole della tua "rinuncia", per declino del vigore nel corpo e nell'animo. A 86 anni, ne hai tutto il diritto, e Dio ti conservi tra noi ancora a lungo. In questi otto anni, non solo hai fatto abbastanza; hai fatto tutto quello che hai potuto, con la forte grazia di Dio. E sappiamo che lo spirito è sempre pronto, ma la carne è debole.
Chi può rimproverarti? Solo chi ha fatto meno di te; chi non ha capito; chi non mollerebbe la sedia neppure a morire! E invece immagino, dev'essere proprio bello presentarsi a san Pietro senza le pretese delle "chiavi", che hai passato nelle mani di un altro pastore, più giovane e ancora vigoroso.
In fondo, hai mantenuto la parola data il primo momento che ti sei presentato in pubblico, quel 19 aprile del 2005. Avevi detto: «Dopo il grande papa Giovanni Paolo II, i signori cardinali hanno eletto me, un semplice e umile lavoratore nella vigna del Signore». E così ti abbiamo conosciuto. Hai lavorato senza risparmiarti, dal mattino presto a notte fonda, per portare Dio all'umanità e per guidare l'umanità a Dio.
Ora con il tuo gesto metti in pratica la parola evangelica (Lc 17,10): "Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare". Caro padre santo, grazie di cuore. E accompagna noi, la chiesa e l'umanità intera con la tua preghiera.
Pubblichiamo alcuni brevi "messaggi" di Benedetto XVI, da portare nel cuore e vivere nella vita.