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Annunciate e testimoniate la fede

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"Giovani, siate cuore e braccia di Gesù"        

Cari amici, l'annuncio di Cristo non passa solamente attraverso le parole, ma deve coinvolgere tutta la vita e tradursi in gesti di amore. Nulla, né le difficoltà né le incomprensioni, vi faccia rinunciare a portare il vangelo di Cristo nei luoghi in cui vi trovate. Chi non dà Dio, dà troppo poco.

Siate voi il cuore e le braccia di Gesù! Andate e testimoniate il suo amore; siate i nuovi missionari animati dall'amore e dall'accoglienza. A tutti apriamo la porta del nostro cuore; cerchiamo di entrare in dialogo, nella semplicità e nel rispetto: questo dialogo, se vissuto in una vera amicizia, porterà frutto. Quando vi sentite inadeguati, incapaci, deboli nell'annunciare e testimoniare la fede, non abbiate timore. L'evangelizzazione è una risposta fiduciosa e obbediente alla chiamata di Dio.

Nel mondo di internet il vostro impegno missionario deve farsi ancora più attento. Sentitevi impegnati a introdurre nella cultura di questo ambiente comunicativo e informativo i valori su cui poggia la vostra vita! A voi, giovani, che quasi spontaneamente vi trovate in sintonia con questi nuovi mezzi di comunicazione, spetta in particolare il compito dell'evangelizzazione di questo continente digitale. Sappiate dunque usare con saggezza questo mezzo, considerando anche il rischio della dipendenza, di confondere il mondo reale con quello virtuale, di sostituire l'incontro e il dialogo diretto con le persone con i contatti in rete.

Il progresso tecnico ci ha offerto possibilità inedite di interazione tra uomini e tra popolazioni, ma la globalizzazione di queste relazioni sarà positiva e farà crescere il mondo in umanità solo se sarà fondata sull'amore, l'unica realtà capace di colmare il cuore di ciascuno e di unire le persone. (dall'invito per la giornata mondiale della gioventù, del luglio prossimo a Rio de Janeiro)

Alle famiglie: lavoro, festa e relazioni umane

Il lavoro e la festa sono intimamente collegati con la vita delle famiglie: ne condizionano le scelte, influenzano le relazioni tra i coniugi e tra genitori e figli, incidono sul rapporto della famiglia con la società e con la chiesa. La bibbia ci dice che famiglia, lavoro e giorno festivo sono doni e benedizioni di Dio per aiutarci a vivere un'esistenza pienamente umana (cf Gen 1-2).

Ai nostri giorni purtroppo, l'organizzazione del lavoro, pensata e attuata in funzione della concorrenza di mercato e del massimo profitto, e la concezione della festa come occasione di evasione e di consumo, contribuiscono a disgregare la famiglia e la comunità e a diffondere uno stile di vita individualistico.

Occorre perciò promuovere una riflessione e un impegno, rivolti a conciliare le esigenze e i tempi del lavoro con quelli della famiglia e a recuperare il senso vero della domenica, giorno del Signore, giorno della famiglia, della comunità e della solidarietà. È utile ripensare il lavoro e la festa nella prospettiva di una famiglia unita e aperta alla vita, ben inserita nella società e nella chiesa, attenta alla qualità delle relazioni oltre che all'economia dello stesso nucleo familiare.

L'amore è l'unica forza capace di trasformare il mondo. Nel nostro tempo l'eclissi di Dio, la diffusione di ideologie contrarie alla famiglia e il degrado dell'etica sessuale appaiono collegati tra loro. E come sono in relazione l'eclissi di Dio e la crisi della famiglia, così la nuova evangelizzazione è inseparabile dalla famiglia cristiana. Le famiglie cristiane sono chiamate urgentemente a un nuovo protagonismo nella società, a essere soggetto di evangelizzazione per manifestare nel mondo l'amore e la presenza di Cristo. (dalla lettera per il Family day 2012; messaggio all'Angelus del 25.2.'13)

Ai laici: donarsi con la parola e l'esempio

Cultura, volontariato e lavoro sono un trinomio indissolubile dell'impegno quotidiano del laicato cattolico, che intende rendere incisiva l'appartenenza a Cristo e alla chiesa, nell'ambito privato e nella società. Il fedele laico si mette in gioco quando si sforza di promuovere la dignità umana nel servizio culturale, nell'azione solidale con chi è nel bisogno e nel lavoro. Il comune denominatore è il "dono di sé" con la parola e con l'esempio.

Il volontariato, risorsa insostituibile della società, comporta non tanto il dare delle cose, ma il dare se stessi in aiuto concreto verso i più bisognosi. Spetta ai fedeli laici mostrare concretamente nella vita personale e famigliare, nella vita sociale, culturale e politica, che la fede permette di leggere in modo nuovo e profondo la realtà e di trasformarla; che la speranza cristiana allarga l'orizzonte dell'uomo e lo proietta verso Dio; che la carità è la forza più efficace in grado di cambiare il mondo; che il vangelo è garanzia di libertà e messaggio di liberazione.

Azione animata dalla carità significa imparare a vedere con gli occhi di Cristo e dare all'altro ben più delle cose necessarie. Dunque, è la logica del dono, una logica spesso bistrattata, che voi valorizzate e testimoniate. È bello donare il proprio tempo, le proprie abilità e competenze, la propria istruzione, la propria professionalità; in una parola, donare attenzione all'altro, senza aspettare qualcosa in contraccambio. Così facendo non solo si fa il bene dell'altro, ma si scopre la felicità profonda, secondo la logica di Cristo, che ha donato tutto se stesso. (alle associazioni laicali, 19.5.'12; al Pont. Consiglio per i laici, 21.5.'10)



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