Riflessione dopo il Festival della missione
Cammino per le strade del centro di Brescia e mi chiedo: cosa rimarrà di queste straordinarie giornate? Rimane la gioia, ecco cosa resta nel cuore, nella mente, nella memoria di chi ha vissuto il Festival della missione. La vedi nei volti, nei racconti, nei sorrisi, nelle voci. La vera sfida ora è trovare criteri significativi per rileggere la lunga maratona bresciana: non solo i numeri evidentemente, non solo le immagini delle sale e delle strade gremite, non solo l'entusiasmo di chi ha scoperto la nostra città, provenendo anche da molto lontano. La vera sfida ora è superare il ricordo che può trasformarsi presto in nostalgia, o peggio celebrazione di un evento.
La chiesa bresciana è fortemente impegnata a percorrere vie nuove, inclusive, accoglienti per osare il verbo della missione: andare. I missionari ci hanno preso per mano, con la serena certezza che se a condurre la storia non sono gli intrighi, i gruppi di potere, gli interessi di pochi, allora è possibile edificare quella civiltà dell'amore tanto cara anche al beato Paolo VI.
don Carlo Tartari (direttore Ufficio missionario di Brescia - GdB 16 ottobre 2017)