Gioia, colori e valori del vangelo
Vi chiedo: con tutti i soldi spesi per l’incontro del Centro studi asiatico (parole che servono a cosa di concreto ed evangelico?) quanti poveri asiatici potevate aiutare concretamente con cibo e abitazioni? Le preghiere non riempiono gli stomaci. Tutto questo non è ipocrisia? Maurizio Biondi, Ferrara
Gentile signor Maurizio,
l’incontro di Osaka, di cui abbiamo scritto sul numero di agosto/settembre 2017, si è svolto in casa dei saveriani in Giappone (zero spese, se non per gli spostamenti). Non riteniamo di sottrarre sforzi per i bisognosi con queste iniziative, anzi… È un modo per dare un corpo, un’anima, un senso a ciò che si fa in loro favore. Senza riflessione (ascolto e preghiera) il nostro impegno diventa, prima o poi, un correre invano.
Riflettere sulla nostra missione, sul come realizzarla sempre meglio, è necessario, tanto quanto il ‘fare’. Anche il vangelo infatti, di cui siamo servi, richiede un minimo di preparazione e qualità. Fare bene il bene.
Si ricorda il vangelo di Marta e Maria? "Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta”.
Non c’è solo un “fare saveriano”, ma anche un “pensare saveriano” come sosteneva il fondatore san Guido Conforti. I due vanno insieme, ne gioverà la missione.
Cosa ci può dire dice del Festival della missione?
Gianna, Brescia
Caro Maurizio,
il Festival della Missione a Brescia (con testimonianze, incontri, mostre, veglie di preghiera, spettacoli ed animazione) ci ha fatto capire che, nonostante le difficoltà, non possiamo solo piangerci addosso. Laici e istituti, di fronte alla crisi, non si abbandonino al fatalismo, ma si rinnovino e rilancino, con gioia e coraggio, il progetto missionario. Si riposizionino (a livello personale e comunitario), confidando nello Spirito, protagonista della missione.
Mi è piaciuta, il primo giorno del festival, la riflessione del vescovo di Brescia mons. Tremolada: “La missione deve trasmettere a tutti la gioia che viene dal vangelo.
La missione insegni pure la bellezza di essere diversi, la bellezza dei colori. Certo, la differenza ti impegna a superare la paura, ma poi ti accorgi che la tua ricchezza si moltiplica. La missione oggi ci aiuta a cogliere meglio la bellezza delle diversità. Una volta, i missionari erano coloro che andavano verso i continenti, ed è giusto che continui a essere così; ma oggi dobbiamo anche imparare a vivere la missione mentre gli altri continenti ci vengono in casa. I valori del vangelo sono la giustizia, l’uguaglianza, la solidarietà, la dignità della persona…”.
Per mons. Galantino, segretario della CEI, intervenuto nell’omelia domenicale, il senso della missione è un Dio che prepara un banchetto e vuole che la sala nella quale Lui dà la festa sia colma (Mt 22,1-14). “Vuole che la gioia di stare con Lui appartenga davvero a tutti. Ci chiede di farci missionari, cioè di metterci al suo fianco perché a tutti arrivi l’invito, perché nessuno resti ai crocicchi delle strade, luoghi della speranza negata e luoghi della festa mancata”.