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Quando sono partita ero carica di aspettative. Io, Sofia, ero con i giovani della diocesi della Sabina. Confesso che la Gmg non ha esaudito le mie aspettative; ma sono felice di poter dire che me ne ha proposte altre, sicuramente non di minor conto.

In un'isola felice

"La chiesa è bella se io sono bella", ci ha detto un vescovo durante la sua catechesi. E la chiesa che si poteva vivere a Madrid in quei giorni era davvero bella: si passeggiava per le strade della città cantando per Dio, tifando per il Papa, sfoggiando bandiere e stendardi che mostrassero l'identità di ogni gruppo; sui mezzi di trasporto ci scambiavamo stornelli, inni nazionali, oggetti. La gente con noi era disponibile, i negozianti molto accoglienti.

Per qualche giorno è stato meravigliosamente facile donare quella gioia di Dio che troppo spesso teniamo chiusa in noi. È stato così facile alzare il nostro grido d'amore in ogni strada della città. Ci trovavamo in un'isola felice.

"La fede è fondamento della tua vita, ti rende stabile". Di certo, però, non è sufficiente la fede per tenerti in piedi fisicamente! Molti di noi non hanno retto al gran caldo e alla stanchezza accumulata nel viaggio: due giorni in pullman!

Fare della mia vita una testimonianza

Non posso dimenticare la marcia del 20 agosto per raggiungere l'aeroporto "Quatro Vientos", dove si è tenuta la veglia con il Papa. Sono rimasta indietro rispetto al mio gruppo, con un'amica che aveva in quel momento un forte calo di pressione e un amico che, con gamba ingessata e stampelle, proprio non ce la faceva più.

Ritrovare il nostro settore e raggiungere gli altri non è stato semplice. Eppure è stato uno dei momenti più belli della mia Gmg: aver resistito con fatica al sole spagnolo, con una granita, un po' di succo di frutta e qualche fetta di cocomero nello stomaco dal giorno prima, incoraggiando i miei amici stremati, è stato un dono dello Spirito Santo.

"La fede è un abbraccio puro con Gesù: lui viene a salvarci, e a noi chiede soltanto di stare abbracciati a lui" - sono state le parole di un vescovo che hanno toccato il mio cuore. Di questa, che è stata la mia prima Gmg, terrò nella memoria i disagi vissuti. Nel mio cuore, invece, conservo tutto ciò che di più bello quest'esperienza mi ha donato: l'incontro con gli altri, la gioia della fede e il desiderio di "fare della mia vita una testimonianza".

Cambiare me, poi il mondo

Io, Letizia, da quelle due settimane volevo emozioni forti, nuove amicizie e la grinta giusta per cambiare il mondo; solo in fondo in fondo, sentivo che una timida domanda era in cerca di risposta.

Arrivati a Madrid, i frati francescani del posto ci hanno ospitato in un collegio che poi è diventato la nostra cappella per le lodi e i vespri, il luogo del silenzio per le numerose catechesi, e anche il campetto per i momenti di gioco. All'inizio, la preghiera e quelle catechesi-bomba mi lasciavano scombussolata. Tra l'altro, il gruppo del "Tor" (Terzo ordine regolare) con cui sono partita, non partecipava agli appuntamenti fissi della Gmg, tanto che mi sembrava di starne fuori.

Eppure, inaspettatamente, il giorno prima di tornare a casa, nel silenzio dopo la grande confusione di due milioni di ragazzi, mi sono resa conto di aver ricevuto quello che avevo chiesto, ma in una maniera del tutto diversa da quello che credevo. La timida domanda ha trovato una risposta imponente, e quella è stata la grinta che ho riportato a casa: "cambiare me stessa, e poi il mondo".

L'ultimo giorno alla piana, la Messa l'ho seguita da lontano, ma quel fuoco che ardeva nel cuore quando sotto la pioggia, imperterriti, siamo riusciti a pregare, cantare e anche... salvare il pranzo, l'ho inciso nel cuore.



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