Quattro conversioni
Il documento finale, approvato in ogni suo paragrafo da almeno i due terzi dei padri sinodali, chiama le comunità cattoliche amazzoniche a quattro “conversioni”.
1. Conversione pastorale, che invita la chiesa a essere missionaria, a uscire per incontrare i diversi (prima di tutto gli indigeni, gli afro-discendenti, i migranti, i giovani e gli abitanti delle città) con un atteggiamento di ascolto e dialogo.
2. Conversione culturale, che rende la chiesa alleata delle popolazioni indigene, impegnata a inculturare teologia, catechesi e liturgia nelle loro tradizioni.
3. Conversione ecologica, che sollecita la chiesa a impegnarsi per l’ecologia integrale, affinché si fondino salvaguardia dell’ambiente, equità nella distribuzione delle ricchezze e valorizzazione delle differenze culturali.
4. Conversione sinodale, destinata a rendere effettiva anche nella propria organizzazione l’idea conciliare di una chiesa in ascolto, tutta ministeriale, anche attraverso l’ordinazione presbiterale di uomini sposati, l’apertura dei ministeri alle donne e la creazione di un organismo episcopale panamazzonico.
L’esito del Sinodo dipenderà da come verrà accolto, prima di tutto nella regione panamazzonica. Ma molti temi da esso affrontati riguardano la chiesa cattolica in tutto il mondo. Ne discuteranno, infatti, due importanti appuntamenti ecclesiali previsti nel 2020: il processo sinodale della chiesa tedesca e il Concilio plenario della chiesa australiana. E ripartiranno da dove è arrivato il Sinodo panamazzonico.