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Un formatore attento e preparato

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Il 31 ottobre 2015, all’ospedale S. Bortolo di Vicenza, è morto p. Elio Cosma per un tumore al fegato. Originario di Cittadella (PD), aveva 79 anni. Dopo l'ordinazione nel 1963, è vissuto in Spagna per 11 anni, impegnato nella formazione di aspiranti missionari.

Dal 1975 al 1980 ha lavorato in Colombia, come parroco nella città di Buenaventura; poi in Messico per l’insegnamento e l’attività pastorale. Rientrato in Italia nel 2011, è stato rettore della comunità saveriana a Vicenza. Da un anno, risiedeva a S. Pietro in Vincoli (RA).

Mi sento privilegiato per aver trascorso un'ora con lui, prima della sua morte. Ha ripetuto il Padre Nostro con me e si è fatto un grande e solenne segno di croce. Poi ho continuato a sussurrargli quel che mi veniva dal cuore. Ogni tanto, con le due mani stringeva la mia. Al momento della morte c'erano la sorella Licia, un nipote e p. Luciano Bicego.


Riportiamo qui alcune testimonianze di chi l’ha conosciuto.

L’ultimo anno in Romagna

Padre Elio era arrivato a San Pietro in Vincoli per trovare tranquillità, ma una malattia al fegato sopportata per alcuni anni, l’ha esaurito definitivamente. L’ho accompagnato per l’ultima visita medica a Parma e poi a Vicenza, dove aveva subito l’intervento chirurgico. Nel tratto dell’autostrada da Padova a Vicenza al tramonto, avevamo i raggi del sole negli occhi. Gli ho ricordato che lo portavo all’ospedale.

Ha testimoniato un gran desiderio di continuare a vivere, ma il male fisico alla fine ha avuto il sopravvento. È il problema dello spirito che vuol vivere e lotta (“agonia”, in greco) contro la morte fisica. Per il credente è la preghiera di Gesù al Getzemani: “Padre, se è possibile, allontana da me questo calice; ma non la mia, la tua volontà sia fatta”.

L’ultimo giorno di ottobre, mentre si è distratti dalla festa pagana delle zucche vuote che fanno tanto baccano, Elio ha terminato l’esistenza terrena per andare davvero nella comunità dei santi.

(p. Dino Marconi)


Felice della sua vocazione

Per più di trent’anni, p. Elio ha lavorato in diverse comunità saveriane in Messico. Si è occupato con particolare diligenza della formazione di nuovi missionari a San Juan del Río e a Guadalajara; a Mazatlán molte generazioni di studenti sono stati educati dalla sua competenza e dedizione. Tanti altri nell’istituto di filosofia di Guadalajara hanno imparato da lui la ricerca e la disciplina del pensiero sistematico; a Torreón si è immerso nell’animazione missionaria e vocazionale con il pensiero sempre orientato alla missione.

In tutte queste comunità è stato sempre molto apprezzato per la sua maniera attenta e rispettosa nell’esercitare il ministero sacerdotale.

Le sue omelie sempre ben preparate e suggestive, il contatto con le persone attento e gentile. In molti lo ricordano e pregano.

Ringraziamo Dio per l’uomo forte e tenace, per il missionario diligente e competente, per il saveriano felice della sua vocazione. Pur nella fragilità fisica, p. Elio è stato coerente alla vocazione e missione ricevuta da Dio.

(p. Antonio Flores - superiore in Messico)


L’ultimo colloquio…

La notizia della morte di p. Elio non mi ha colto di sorpresa: conoscevo bene la sua grave situazione di salute. Il dolore, però, non muta. Di lui mi resta un ricordo bello. Lo avevo incontrato, per suo espresso desiderio, il 20 ottobre. Quel colloquio, terminato con la preghiera e la benedizione, mi rimarrà sempre impresso nell’animo.

Attraverso di me, volle ringraziare la congregazione, chiedere scusa delle sue inadempienze, assicurare che incontrava serenamente il Signore.

Ho visto in lui il missionario consapevole della sua vocazione, forte nel momento della prova, radicato nella fede. A nome della nostra intera famiglia l’ho ringraziato per tutto il grande lavoro che ha fatto. Resti vivo il suo esempio in mezzo a noi e la sua intercessione non venga mai meno. 

(p. Luigi Menegazzo - superiore generale)



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