Quando due santi s'incontrano, Papa Pio X e mons. Conforti
Don Santon è attualmente penitenziere nel duomo di San Donà di Piave e da tanti anni sostiene i missionari saveriani con affetto e simpatia. È stato per diversi anni cappellano a Riese (TV), perciò conosce bene la vita di san Pio X. Proprio nei libri sulla vita del santo di Riese, ha trovato la nomina di San Guido Conforti a vescovo di Parma. (p. Franco Lizzit, sx)
Domenica 23 ottobre 2011, con una solenne celebrazione in piazza San Pietro, il Papa ha proclamato santo mons. Guido Conforti, già vescovo di Parma e fondatore dei missionari saveriani. In questo modo, lo ha indicato alla chiesa universale come un dono dello Spirito Santo e come un modello da imitare.
Una fiducia illimitata
Se nella chiesa da qualche mese c'è un nuovo santo, credo che, oltre all'azione dello Spirito Santo, un po' di merito sia anche dell'azione provvidenziale di san Pio X, che ha avuto fiducia nel Conforti, proprio nel momento più delicato della sua vita, quando l'opinione pubblica lo considerava un "fallito". La fiducia è dimostrata dalla lettera con la quale, personalmente e insistentemente, lo invitava ad accettare la nomina a "vescovo coadiutore di Parma", con diritto di successione.
In quel momento mons. Conforti si trovava in una delicata situazione. Nel mese di giugno del 1902, all'età di 37 anni, era stato nominato arcivescovo di Ravenna da papa Leone XIII. Occorreva, per quella diocesi, un vescovo dallo spirito missionario, perché la scristianizzazione era assai diffusa nella zona. "So che volete andare in Cina" - gli aveva detto il Papa; "ebbene, Ravenna è la Cina d'Italia!".
Gravi problemi da affrontare
La sua permanenza a Ravenna era stata però assai breve: meno di due anni. Ben presto mons. Conforti aveva dovuto affrontare seri problemi di salute e di incomprensioni. E il 10 agosto 1904 aveva scritto al Papa la lettera di dimissioni da arcivescovo di Ravenna e si era ritirato presso la sua fondazione missionaria a Parma.
Ma il vescovo di Parma mons. Magani, ormai vicino agli ottant'anni, aveva chiesto a papa Pio X un vescovo coadiutore con diritto di successione, facendo presente che avrebbe desiderato che il designato fosse mons. Conforti, già residente nella sua diocesi.
Il Papa, che conosceva bene mons. Conforti da quando era patriarca di Venezia, accolse volentieri la richiesta e scrisse personalmente a mons. Conforti la lettera che qui presento.
La lettera del Papa
"Ill.mo e rev.mo monsignore, siamo in due a chiederle una carità, che ella può e deve farci, a costo di qualche sacrificio. Il venerando mons. Magani, per provvedere al governo della diocesi così vasta e faticosa, desidera avere chi lo coadiuvi nel ministero e, vescovo sapiente, per l'affetto che porta alla sua Parma pensando anche all'avvenire, desidera un coadiutore con successione.
La stima e l'affetto che ho avuto sempre per mons. Magani fin da quando era prevosto, e che mille volte è aumentata per questo atto, mi obbligano a esaudire la sua santa domanda. Ma perché io possa dare questo segno di affettuosa compiacenza al venerato fratello, ho bisogno che mons. Conforti, da lui stesso designato, mi dica: «Ecce ego, mitte me» (Eccomi, manda me, ndr).
Ora pensando che verso sua eccellenza mons. Magani ella fu sempre figlio riverente e amorosissimo, non dubito affatto che vorrà fargli questa carità che riguarderò come fatta a me stesso, che sto aspettando soltanto una sua parola per ordinare la spedizione del Breve (Lettera di nomina, ndr), e riempire così di consolazione sua eccellenza mons. Magani, il clero e il popolo di Parma, e chi con gratitudine le imparte di cuore l'apostolica benedizione". Pio X
Il vescovo obbediente
Come si vede, si tratta di una lettera piena di saggezza e di fiducia. Pio X espone il caso, illustra la convenienza di quella soluzione, esprime la sua volontà, ma non comanda: propone, invita, prega, chiede la carità. E così ottiene tutto da san Guido Conforti!