Preso nella rete
Era una mattina come tante, sul lago di Tiberiade. Le barche andavano e venivano e i pescatori intonavano i loro canti. Sulla riva le donne avevano le ceste pronte per il pesce e i bambini pregustavano con l’acquolina in bocca un bel pesce arrostito al fuoco. D’un tratto arriva un giovane, vestito di bianco, con i capelli leggermente arruffati per la brezza del mattino. Non dice niente. Si siede sulla riva con i piedi immersi nell’acqua. Tutti lo guardano. E lui, sorridendo, chiede loro se hanno del pesce, visto che non aveva ancora mangiato. Quelli della famiglia di Zebedeo vorrebbero dirgli che anche loro aspettano, tutti hanno fame. Ma lui, facendo cenno di aver capito, grida ai pescatori che stavano rientrando, di andare di nuovo a pescare. Loro lo guardano stralunati. Non capivano come uno appena arrivato venisse a dar lezioni a loro, pescatori da tanto tempo. Ma poi uno dice a Simone che non costava niente tornare al largo. Chissà che qualche pesce ancora addormentato potesse finire nella rete. Simone prese i remi e con gli altri si spinse al largo. Gettarono la rete dalla parte destra e… ci voleva un fotografo a immortalare la scena. Non sapevano più cosa dire. Tantissimi pesci! Cominciarono a chiamarsi e a dirsi che era la giornata fortunata. Si chiesero chi era quel giovane che là sulla riva stava ridendo di gusto con i loro figli. Era un mago, un filosofo, un pescatore speciale. Fece loro cenno di sbrigarsi perché tutti li aspettavano e sicuramente avevano una fame arretrata. Arrivarono remando faticosamente, ma ce la fecero. Insieme scaricarono tutti i pesci, e cominciò la festa. Un profumo speciale si sentiva dappertutto. Quel giovane disse a Simone: “Da oggi, anche tu, sei stato preso nella rete. Viene con me e diventerai il primo pescatore del mondo. Ti insegnerò come si fa e vedrai che farai sempre una buona pesca”.