P. Felotti e la virtù della disponibilità
Noi Saveriani, lavoriamo, preghiamo viviamo insieme ai nostri confratelli, ma spesso non ci conosciamo bene e ignoriamo i percorsi reciproci. Mi esprimo in questo modo dopo aver letto il profilo di p. Pierluigi Felotti, salito al cielo il 15 ottobre a Parma. Sono stato impressionato nel costatare le numerose destinazioni che ha ricevuto!
Ho condiviso con lui la vita comunitaria qui a Brescia per quattro anni, trovandomi bene, ma anche per il suo carattere un po’ introverso, non ho mai stretto un legame profondo. Lo scorso anno, in occasione della Festa del Nostro Fondatore, p. Felotti si occupava del servizio al Santuario San Guido Maria Conforti di Parma. Ci siamo parlati. Mi ha detto: “Qui mi curano bene, però voi a Brescia mi avete fatto soffrire”. Il riferimento era al fatto che lui era stato inviato a Brescia come Rettore per portare a compimento la scelta di chiudere la casa di San Cristo, una decisione dei Superiori che noi non condividevamo. Sono riuscito a rispondergli: “Caro Pierluigi, i Superiori devono sempre soffrire…”.
Certamente, rileggendo la sua vita, ho constatato una virtù che ha contraddistinto la sua esistenza, ossia la disponibilità, sottolineata anche nello scritto inviato al Superiore Generale da Chicago, nel 1979, per essere ammesso ai Voti Perpetui: “Mi presento alla Famiglia Saveriana con la mia miseria di peccatore riscattata da una grande fiducia nella comunità, dalla gioia della Consacrazione a Dio e credo con la capacità di ascoltare ed accogliere il fratello così com’è, disponibile inoltre a quegli incarichi ed uffici che i Superiori riterranno utili…”.
P. Pierluigi è stato coerente con quanto scritto. Ha accettato un nuovo compito per 21 volte, tra Bangladesh ed Italia. La virtù della disponibilità e del servizio rimangono per tutti noi un esempio e un monito.