Monselice, terra di passaggi e santi
Per chi non lo conosce, Monselice è una città tra Padova e Rovigo, luogo di passaggio di commerci, di persone e di… santi. Chi arriva, per la prima volta, è colpito dalla visione della Rocca, fatta costruire dal tiranno Ezzelino, e dal colle di Monte Ricco. Siamo nel parco dei Colli Euganei. Tutto intorno vi sono canali e luoghi prediletti da eremiti e da persone che hanno scelto di fermarsi per un incontro personale con Dio.
In un povero tugurio
Qui, nel 1537, arrivò anche il nostro Francesco Saverio.
Ci lasciamo guidare dalle parole di un suo biografo, p. Giuseppe Maffei, che così scriveva, nel 1701. “Prima di offrire il primo Sacrificio (Eucaristico), Francesco volle ritirarsi in qualche luogo solitario, per meglio disporsi alle sue nozze spirituali, e scelse a questo fine Monselice, terra poco lontana da Padova, nascondendosi dentro un povero e abbandonato tugurio, aperto da ogni parte agli insulti dei venti, mal riparato dalle piogge e dagli ardori del sole. Il suo letto era un mucchio di strame e il suo vitto null’altro che semplice acqua e pochi pezzi di pane che andava elemosinando nei dintorni”.
Il Saverio faceva penitenza, meditava sulla Parola di Dio. Era venuto da Venezia, dove era stato ordinato sacerdote il 24 giugno del 1537 e si preparava per la prima Messa che avrebbe poi celebrato a Vicenza, poco lontano dall’attuale casa dei saveriani.
La scalinata per i due Francesco
Dopo questi giorni di riflessione, e prima di partire, San Francesco Saverio cominciò ad andare nelle piazze e parlava alla gente “della necessità di soddisfare alla divina Giustizia, del gran conto in cui si deve tenere la salute dell’anima, e di altre verità della fede”. Lo faceva con entusiasmo. Il suo volto e i suoi occhi scintillavano e le sue parole sembravano un tuono, così da suscitare, come già faceva san Giovanni Battista, il desiderio di cambiare vita nei suoi ascoltatori.
A Monselice c’è ancora un segno di questa sua presenza nel santuario delle sette chiesette. Ai piedi della Rocca, venne costruita una scalinata, precedentemente dedicata a san Francesco d’Assisi e poi, in ricordo della sua presenza, anche a san Francesco Saverio.