P. Carlo Treppo, il Vangelo sulle labbra
Il 22 luglio scorso, il Signore ha chiamato a sé p. Carlo Treppo. Avrebbe compiuto 83 anni il 7 agosto. Nato a Monteprato di Nimis, a 13 anni entra in seminario, lasciandolo per diventare saveriano. È ordinato presbitero il 16 ottobre 1966, a Parma, in Casa Madre.
In quell’ottobre di 56 anni fa, la comunità cristiana di Monteprato lo accoglie con una grande festa per la sua prima Santa Messa, celebrata solennemente nella chiesa del suo paesello. Dopo i primi anni come animatore nelle scuole apostoliche saveriane, parte per l’Indonesia. Le isole di Sumatra e del Nias sono stati, per lunghi anni, i luoghi del suo generoso servizio missionario, portando sempre nel cuore e sulle labbra il Vangelo di Gesù. Quando tornava in Italia, parroci amici lo invitavano a raccontare alle loro comunità cristiane la sua esperienza.
Nel 2006, rientra definitivamente dall’Indonesia, accolto nella comunità saveriana di Udine, dove ha svolto con passione il suo ministero, arricchendolo di quell’entusiasmo missionario che fioriva dalla sua intensa comunione con il Signore. Era quotidiano per lui un momento prolungato di adorazione Eucaristica, in cui coltivava un personale incontro con Gesù.
Il 26 luglio, il feretro di p. Carlo è giunto da Parma per essere tumulato direttamente nel cimitero di Monteprato, com’era suo desiderio. Amici e compaesani, però, hanno chiesto di celebrare le esequie anche lì, dove negli anni scorsi era tornato e condivideva con loro l’Eucaristia domenicale. Del resto, gli volevano tutti molto bene, lo sentivano vicino con tanta semplicità.
Per le esequie, una celebrazione intensa fatta di preghiera e ascolto, la chiesa era gremita di persone, venute anche dai paesi vicini, dove p. Carlo era stato durante la sua permanenza in Friuli. Oltre a noi, suoi confratelli della comunità di Udine, erano presenti presbiteri amici. Due erano stati a trovarlo in Indonesia e ricordavano con vero piacere la gioiosa e cordiale accoglienza ricevuta.
È toccato a me rivolgere l’ultimo saluto a p. Carlo, a nome della comunità saveriana di Udine. “Caro p. Carlo, in una fotografia hai l’atteggiamento che ci hai offerto in questi anni. Stai leggendo la Parola di Dio, che ascoltavi, meditavi e assaporavi con tanta avidità, come dice il profeta. In questi anni trascorsi a Udine, non perdevi mai i corsi biblici di Camaldoli, nel vivissimo desiderio di una comunione più profonda con il Signore. Una ricchezza spirituale che poi condividevi nelle piccole e lontane comunità di Masarolis e qui di Monteprato, il tuo paese amato, dove venivi per rinfrescarti alle sorgenti della tua vita e della tua fede. Ora, caro p. Carlo, sei davanti a Gesù e non ti occorrono più le sue parole. Stai contemplando il suo volto divino, che adoravi nei momenti quotidiani prolungati davanti al Tabernacolo. Ti ispiravano le parole del nostro Santo fondatore: «Gesù sacramentato, per il quale siamo sacerdoti e apostoli, sia sempre il centro dei nostri pensieri e dei nostri affetti. È presso il Santo Tabernacolo, che noi dobbiamo ogni giorno ritemprare le nostre forze per sempre nuove fatiche». Mandi, p. Carlo, vìf par simpri, in te lùs e pàs dal Signor!”.