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Natale nella terra del Sol Levante

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Padre Silvano Da Roit è ad Alzano da due anni. Ha celebrato il Natale in Giappone una ventina di volte. L'abbiamo intervistato. I suoi ricordi sono vivi e commoventi.

Come hai trascorso il tuo ultimo Natale in Giappone?

Mi trovavo a sud del Giappone, nella missione di Kanoya. Per la Messa di mezzanotte abbiamo dovuto aggiungere un centinaio di sedie in più nella nostra cappella, per la partecipazione di parecchie persone che non erano di fede cristiana. Il presepe era bello e tutto illuminato.

La gioia del Natale era anche espressa dai tanti segni di festa che adornavano la nostra chiesetta. All'offertorio, portai il piccolo Gesù fino all'altare. Ricordo la profonda commozione che provavo dentro di me osservando la devozione con cui anche i non cristiani si inchinavano al passaggio del Bambino.

Dopo la Messa, ci fu una cena fraterna, allietata dalle danze, dai canti natalizi accompagnati dallo shamisen o dal koto e dai doni di Babbo Natale.

Naturalmente, in Giappone il 25 dicembre è un giorno lavorativo e dunque a Messa eravamo in pochi. Ricordo che eravamo in 12 persone: sei giapponesi, tre filippine, un'indonesiana, un americano ed io missionario italiano.

Un Natale, dunque, umile, ma internazionale! Mi spiace che in quel Natale non potei amministrare nessun battesimo!

Quale è stato il momento più bello?

Il momento più intenso è stata la celebrazione del Natale nella piccola comunità dei lebbrosi, a Keyaien. Fu un momento di vera commozione! Avevano reso la loro chiesetta incantevole con tante rose, il tappeto rosso, e poi quei canti e quelle preghiere che erano segno di grande fede e profonda comunione!

Tanti volti sfigurati dalla lebbra, ma illuminati dalla forza dell'amore! Ho ringraziato il Signore in quel momento, per avermi fatto conoscere quelle persone che testimoniavano con naturalezza la gioia dell'incontro con Gesù Redentore.

Guidavi anche una scuola materna con un gruppo di maestre. Arrivava in questo ambiente qualcosa del messaggio del Natale?

Nella nostra scuola materna il Natale ha un posto centrale. E' un evento di grande impegno educativo. Per le maestre, la preparazione del Natale comincia già dal periodo estivo: approfondiscono i testi evangelici e scrivono il copione per la recita. Poi c'è tutta la preparazione con i bambini e, finalmente, la domenica prima di Natale, la rappresentazione solenne nel teatro più importante della città, gremito di parenti e di amici.

Non può mancare la videocassetta dell'evento! I genitori la conservano come un ricordo prezioso, da vedere tante volte insieme ai bambini e da mostrare agli amici. Per l'occasione, raccolgono anche offerte per aiutare tanti altri bambini meno fortunati.

Per me missionario, il Natale era l'occasione d'oro per far conoscere a tanti non cristiani la venuta del Signore nostro Gesù Cristo.

Nella cultura giapponese c'è qualcosa che richiama il Natale cristiano?

La festa più grande della cultura giapponese è il Capodanno. Il Natale diventa come la preparazione sul piano culturale e commerciale. Come in Europa, anche in Giappone nei mesi di novembre e dicembre sono presentati tutti quei richiami commerciali che hanno trasformato il Natale da festa religiosa a festa prevalentemente mondana.

Ci sono i concerti di musiche natalizie, i Babbinatale, gli alberi natalizi, le illuminazioni e i regali ... C'è da notare però che, anche in Giappone, molte persone riescono a capire che questa festa religiosa dei cristiani ha un senso profondo per tutto il genere umano. La nascita di Gesù ci fa comprendere meglio l'amore che Dio ha per l'umanità e il dovere che noi abbiamo di amarci a vicenda. Il Natale emana sempre un raggio di luce e di speranza che trasfigura il nostro cuore.

Quanto permane questo clima natalizio?

Con il 26 dicembre già scompare ogni segno natalizio e tutto diventa preparazione alla grande festa del Capodanno. In questa festa i giapponesi richiamano le loro tradizioni e i loro riti e tutto pare ritornare alla semplicità e alla purezza di quei tempi antichi, quando il mondo intero sembrava più bello, quasi fosse guidato da una superna mano più tenera e benevola.

All'inizio dell'anno sono comuni i pellegrinaggi ai templi scintoisti. Tutti, rivestiti dei loro splendidi kimono di seta preziosa, implorano con sincerità la purificazione del cuore e la benedizione sulle persone di casa, sui beni di famiglia e sul lavoro, che si dovrà affrontare ancora con impegno e rettitudine, nell'anno che si spera segnato dalla buona fortuna!



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