Bello il CoMiGi 2012 ! Che cos'è? È il Convegno Missionario Giovanile, organizzato dalla Consulta missionaria nazionale (http://www.comigi.missioitalia.it/). Si svolge ogni tre anni e quest'anno l'appuntamento era a Frascati dal 28 aprile al 1° maggio. All'invito hanno risposto quasi 300 giovani da tutt'Italia. Tra canti, preghiere, tavole rotonde e laboratori, hanno riflettuto sul tema: "Da discepoli a testimoni. La parabola di Pietro".
"Il cammino di Pietro - così era scritto nella presentazione - somiglia a una parabola che inizia con la chiamata di Gesù che lo spinge a entrare in una situazione per lui del tutto nuova, ad uscire, coinvolgendosi con le realtà dei più deboli, e lo vede rinascere, dopo aver sperimentato la certezza della misericordia di Dio, pronto a condividere il messaggio di Cristo e a testimoniarlo con la sua stessa vita. Amato, chiamato, inviato: sono i tre passaggi fondamentali della storia di Pietro, ma anche di noi giovani che desideriamo spendere la nostra vita a servizio del vangelo".
Non ho partecipato personalmente al convegno, ma ho provato a immaginare cosa avrei potuto dire se fossi stato lì. Forse ai giovani avrei letto il commento che Cesare ci ha mandato dopo aver letto la nostra rubrica (marzo 2012).
"I giovani di oggi sono staccati dalla cristianità, perché viviamo in un mondo pieno di distrazioni. Nella mia famiglia siamo in tre: io, mia moglie e mia figlia di 14 anni. Mia moglie mi critica in tutte le maniere, dicendo che in casa mi comporto male e poi vado in chiesa a guardare il Crocifisso... Così mi ha screditato nei confronti di mia figlia che è andata in chiesa fino a qualche mese fa, ma ora non vuole più andare neppure alla Messa dedicata ai giovani.
Continuando così, mia figlia perderà la voglia di avvicinarsi a Gesù. Ci vuole molto a costruire, ma si fa presto a distruggere! Anch'io penso che un giorno si avvicinerà a Dio, ma non sarebbe meglio adesso? Come si diceva nel vostro articolo, la catechesi si insegna in famiglia, con l'esempio dei genitori. Fare il genitore è un mestiere difficile: ci si prova ma non sempre si combina qualcosa di buono. Prego il buon Dio, ma forse non basta...".
Non sono in grado di dare suggerimenti a Cesare. Di sicuro le divisioni e le critiche tra genitori non portano buoni frutti. Ma non è una regola scritta. Talvolta vale il contrario.
Alla Messa della veglia pasquale ho partecipato al battesimo di un giovane che ha deciso di entrare nella comunità cristiana nonostante vivesse in una famiglia atea. L'incontro con persone al di fuori dell'ambito famigliare l'hanno aiutato a intraprendere un cammino, senza obblighi né costrizioni. Qualche volta ascolto anche il dispiacere di chi è inserito nelle parrocchie come animatore o catechista, ma trova l'indifferenza proprio dei figli, che non raccolgono l'eredità di fede e di impegno.
Ripensando a san Pietro, possiamo trovare un motivo per perseverare e non abbatterci. Proprio lui, uno dei discepoli più ardenti, pronto a usare la spada per difendere il Maestro, ha rinnegato tre volte di conoscerlo... Eppure Gesù l'ha perdonato, si è fidato e gli ha affidato un compito fondamentale.
Vedendo e ascoltando tanti giovani partecipare entusiasti al CoMiGi di Frascati, si rinnova in noi la fiducia nei giovani e nei loro genitori, che hanno il "lavoro più complicato del mondo", ma anche un'opportunità unica, una sfida tutta da vivere.
