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Missione Bambini: Fratel Battista Frola, farmacista

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Aveva già 28 anni quando entrò nell'istituto dei missionari saveriani. "È arrivato un bresciano... brutto, balbuziente, con la faccia storta e una gobbetta sulla schiena", dissero i suoi compagni, ridendo di lui. Ma mons. Conforti, che conosceva bene le persone, aveva visto giusto: sotto quei panni si nascondeva un cuore generoso.

Dopo la scuola elementare, Battista era subito passato alla scuola della vita pratica nei campi, a Valle di Marmentino (Brescia). Aveva fatto il militare nel corpo degli alpini. Ma lui voleva diventare missionario e ci riuscì, a trent'anni, come fratello coadiutore. E si mise subito al lavoro, diventando il re dell'orto e della cucina, con qualche piccolo inconveniente. Diceva di avere poca memoria e rischiava di mettere tre volte il sale nella minestra!

Nei tempi liberi, fratel Battista si occupava di fitoterapia (le medicine con le erbe) e così diventò "il dottore". Finita la guerra, nel 1945, diventò infermiere della casa madre dei missionari a Parma. Di notte studiava e di giorno riusciva a curare non solo i missionari, ma anche tante persone che si rivolgevano a lui. Al confratello dottor Giorgi diceva scherzando che anche lui aveva frequentato l'università, "perché ci sono passato davanti tante volte!". Seguiva con amore i suoi malati.

Era pieno di umorismo. Diceva: "Quando andrò nella foresta africana, da sopra le piante le scimmie grideranno in coro, «niente paura, questo è dei nostri!»". Sulla guerra diceva balbettando: "Tutti vogliono la guerra per darsi un sacco di bo-botte e quando le hanno prese, torneranno con le mani vuote e le braghe rotte". E il suo commento sulla politica di quel tempo era questo: "La politica somiglia alle mie po-polpette: non so neanche io cosa ci metto dentro!".

A chi gli diceva di vestirsi meglio, rispondeva: "L'altro giorno con il camice bianco di bucato ho portato la pomata a una paziente. Sai cosa si son dette tra loro le donne? «El dottor l'è un bel fiolèt, ma el farmacist l'è brut bon ben!» (il dottore è un bel figliolo, ma il farmacista è proprio brutto!)".

Poi, un giorno, andando in bicicletta, fu investito da un auto. Venne portato in ospedale e il 18 marzo se ne andò. Tante persone lo piansero.

Non era stato in missione, ma aveva saputo utilizzare bene i doni che il Signore gli aveva dato.



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