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Missionario per amico /10: Viaggio missionario in Cina

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Mons. Guido aveva già più di 60 anni. I dottori lo sconsigliavano di affrontare il lungo e faticosa viaggio fino alla Cina, ma lui voleva vedere i suoi missionari, che erano lì dal 1904. Tre giovani saveriani erano caduti nelle mani dei briganti, che chiedevano ben 150mila dollari e 40 fucili come riscatto!

Dal luogo del sequestro, approfittando di qualche momento non controllato, in un angolo buio, il più giovane di loro scrive con il lapis a mons. Conforti: "Caro padre, viviamo la vita di martirio. Mi metto nelle mani di Dio. Ti bacio, forse per l'ultima volta. Tuo figlio, p. Antonio Munaretti. Era il 23 dicembre 1927.

In viaggio verso la Cina

Il Conforti era molto preoccupato e pregava per l'incolumità dei missionari, che furono liberati per l'influenza di mons. Calza, senza pagare alcun riscatto. Diceva mons. Conforti ai suoi più stretti collaboratori saveriani: "Devo andare a incontrarli e incoraggiarli, a conoscere i loro bisogni e capire cosa possiamo fare per loro".

Così, dopo aver ottenuto il visto per la Cina, con p. Giovanni Bonardi e il giovane p. Nino Ferrari, il 21 settembre 1928, mons. Conforti è sulla nave che parte da Marsiglia. Tutti i saveriani erano spiritualmente con il loro "padre" in viaggio per la Cina e lo seguivano con la preghiera.

Dopo 36 giorni di viaggio in mare, la nave arriva finalmente a Shanghai. Sulla banchina, ad accogliere mons.Conforti e i due saveriani in visita, c'è mons. Calza, con barba lunga e nera: possiamo immaginare il grande gioioso abbraccio! Mons. Calza, commosso, dà il benvenuto in Cina. Conforti risponde: "Che gioia rivederti, figlio mio!".

Con mons. Calza, sulla sua lussuosa macchina d'epoca, c'è l'imprenditore cristiano Lo Pahong. "È Il nostro grande amico; lo chiamano "il Cottolengo della Cina", perché è generoso verso tutti e fa molto bene", così lo presenta mons. Calza. Conforti ne è felice: "Dio ti benedica, figlio mio! Grazie, perché aiuti tanti poveri".

L'incontro con i cinesi e i saveriani

Da Shanghai, in treno, gli ospiti in visita raggiungono la stazione di Chengchow. I saveriani fanno ressa per abbracciare il loro "padre": sono tutti commossi e felici di rivederlo e di averlo con loro, almeno per qualche giorno. La cattedrale di Chengchow è piena zeppa di cinesi cristiani per la celebrazione della Messa. Sul piazzale, la folla dei cristiani è in festa: "Benvenuto, grande padre! Evviva il grande vescovo!", salutano in coro.

La visita in Cina dura 34 giorni, molto intensi. L'illustre ospite va in tutte le missioni, in treno, in portantina, su carro trainato dai buoi, su draisina ferroviaria... Parla ai cristiani cinesi nelle chiese, mentre i missionari traducono in lingua cinese. Si racconta che un saveriano si era offerto a tradurre le parole del vescovo a un anziano della sua comunità; ma il vecchio rispose: "Ho già capito tutto: si vede che è un uomo di Dio!".

Conforti riesce a incontrare tutti i suoi missionari, uno ad uno, a parlare con loro come un padre al figlio lontano. Per tutti ha parole di incoraggiamento: "Siete davvero bravi. Continuate così, affinché tutti conoscano e amino nostro Signore Gesù Cristo!".

Il ritorno nella sua città

Il tempo passa in fretta, e mons. Conforti deve lasciare i suoi missionari e tornare alla sua diocesi, al suo istituto, a Parma. Saluta mons. Calza e i figli missionari: "Grazie per il vostro affetto. Vi ammiro perché amate i cinesi!". E lancia parole che si sono rivelate profetiche: "Questo popolo ha un grande avvenire, che peserà sull'equilibrio mondiale".

Sul treno della Transiberiana, passando per Russia e Polonia, Conforti arriva a Parma il 28 dicembre 1928. Ha percorso 34mila km. I figli di mons. Conforti non vedono l'ora di poter tornare in Cina a portare il vangelo di Gesù. Per questo, pregano il Signore, per intercessione del santo!

(Continua...)



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