Il santo vive sulla terra senza che nulla di terreno lo tocchi: non l'esaltano le grandezze di quaggiù, non lo turbano le sventure e il dolore, non lo piegano le passioni e le potenze avverse. Egli poggia più alto con il suo cuore... In ogni istante, lotta per padroneggiare se stesso, per elevarsi sempre più alto nella virtù; vive in una grande nostalgia di Dio, abbraccia nel suo cuore l'infinito. Il cristianesimo, con i suoi eroi di virtù e santità, ci prova luminosamente che quanto più un uomo diminuisce in sé il regno del male, tanto più è perfetto, tanto più è libero.

Dio non pretende da noi il volo degli angeli; ma è appagato che camminiamo per la strada ordinaria dei giusti. Coloro che camminano davvero per questa strada si sforzano di essere umili e mansueti di cuore, domano le proprie passioni, sono caritatevoli, pazienti e casti; portano rassegnati la loro croce, innalzano sovente il loro cuore a Dio; gli fanno l'offerta di se stessi, delle loro azioni, della stessa loro vita. Sono cristiani nella cui vita non c'è nulla di straordinario; adempiono ai doveri del loro stato, attendono ai propri interessi temporali, ma in pari tempo mantengono viva l'operosità interiore della fede.

La santità consiste nell'esatto adempimento della legge di Dio e dei doveri del proprio stato.

In questo modo specialmente si è santificata la nostra Teresa di Lisieux. La santità si compone di piccoli atti, quali sono le azioni di cui si compone la giornata. Anche noi dobbiamo compiere con la maggior perfezione che ci è possibile tutti questi piccoli atti dai più nobili ai più umili. E in che modo? Tutto compiendo con l'intenzione di dar gloria a Dio e di compiere la sua volontà.