Missionari dentro l'università
Il nostro impegno tra i giovani studenti di Salerno
Ci sono tanti edifici, c’è il servizio delle poste, al centro c'è una piazza centrale e, sparse un po’ dappertutto, ci sono tante piccole piazze. Ci sono i campi sportivi e da poco è stata inaugurata la piscina. C’è anche la possibilità di ristorarsi, grazie ai tanti bar e a un grande ristorante. Un teatro, una biblioteca, le fermate per i bus, una piccola cappella e tanto altro. Sembrerebbe una città, ma è molto di più: è l’università di Fisciano.
Sono circa 50mila i giovani universitari che frequentano i corsi, da lunedì a venerdì. Trascorrono gran parte della loro giornata all’interno del campus, che offre più di quanto offra una cittadina.
In gruppo, per dare tempo
D'accordo con il superiore dei saveriani p. Carlo Pozzobon, da oltre due mesi l’arcivescovo mi ha nominato cappellano di questa grande università. Noi saveriani siamo presenti nella cappella universitaria dal 1993. persi missionari si sono susseguiti. Molti ricordano p. Giuseppe Dovigo, p. Giuseppe Tavera, p. Giuseppe Arrigoni e, in ultimo, p. Ezio Marangoni.
Come primo passo, in accordo con i parroci della forania di Baronissi, abbiamo creato un'équipe di pastorale universitaria dove diocesani, religiosi, missionari e laici collaborano, ciascuno secondo il proprio carisma, offrendo ai giovani universitari tempo per ascoltare e dialogare.
Come missionario, mi sono posto alcune domande. Ha un senso la presenza missionaria all’interno di un'università? È forse fuori luogo che un missionario sia presente nell'ambito universitario? Non sarebbe meglio metterci da parte e lasciare il posto a un gesuita, a un salesiano o a una qualsiasi congregazione che ha il carisma legato alla scuola e all’università?
Sì, ne vale la pena
Dopo questo breve periodo di presenza all’università e dopo essermi confrontato con docenti, dipendenti e studenti, che più di me conoscono la realtà universitaria, posso azzardarmi a dire che la presenza missionaria in un contesto universitario è importante, utile e fondamentale.
Un primo motivo che "giustifica" la presenza missionaria all’università è la frequenza di tanti giovani che, pur avendo intrapreso una carriera universitaria, sono alla ricerca del progetto di Dio sulla loro vita, sono in cammino verso le scelte importanti per il loro futuro. Un missionario, con la sua semplice presenza e la sua capacità di ascolto, può essere un aiuto per i giovani che considerano la scelta missionaria come una delle scelte radicali di vita.
Il secondo motivo della mia presenza missionaria all’università è l’aumento di giovani che provengono da tutta Italia, da altri paesi e anche da altri continenti. Sono giovani spesso spaesati, disorientati, specialmente le matricole che per la prima volta si trovano a gestire la loro vita da soli, lontani dalla famiglia e dal loro abituale ambito di vita. Chi più di un missionario può sostenere questi giovani e accompagnarli nella scoperta di altre culture, altre mentalità e altri modi di vivere?
I giovani davanti al missionario
Infine, c'è un motivo che considero molto importante: l’interesse generale che i giovani hanno verso la missione. Appena sanno che si trovano davanti un missionario, se non sono troppo timidi, i giovani gli rivolgono tante domande sulla sua scelta di vita, sui luoghi e le difficoltà della missione, sul perché di una scelta missionaria oggi…
Penso che noi missionari dobbiamo alimentare questo salutare interesse, sperando che i giovani non si fermino alla semplice curiosità, ma riscoprano l'impegno missionario che essi hanno come cristiani e - perché no? - si interroghino su una possibile scelta di vita missionaria.