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Presepio del santuario a Gallico

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Diamoci... una mano! Anche quest’anno, il gruppo giovanissimi ha allestito il presepio per il santuario "Madonna della Grazia", nell'angolo dedicato ai "testimoni di speranza". L’idea di partenza è venuta dall’enciclica di papa Benedetto XVI, "Dio è amore". Il presepe è proprio una prova di questo immenso amore di Dio per l’uomo.

Dio entra in azione

Dio ha visto le sofferenze di questo mondo, ha ascoltato i pianti e le grida dei poveri, e la sua misericordia è entrata in azione. Come si può vedere dalla fotografia, al centro è stato collocato il simbolo dello Spirito Santo, che inonda con i suoi doni - le fiammelle rosse - tutta la terra, rappresentata dai cinque colori dei continenti. L'azione di Dio è descritta da due frasi: "Ecco, faccio nuove tutte le cose" e "Gesù è il dono del Padre al mondo".

La sabbia del deserto è simbolo della mancanza di vita, segno di morte e distruzione, senz’acqua e senza cibo. La sabbia ha inondato un mondo devastato da cinque piaghe, simboleggianti fame e sete, povertà, guerre e distruzioni, schiavitù e carcere, uomo malato e senza speranza.

Sulla sinistra del presepe, c’è un albero bruciato, con tre mani segnate dalla morte, dall'odio e dalle guerre. Ma c'è la grande mano del Padre, che dona al mondo intero suo Figlio Gesù. Al centro della mano, infatti, c’è Gesù, tra la madre Maria e san Giuseppe.

La vetta e la pianura

Il Messia penta allora la nuova speranza e la terapia giusta per tutta l'umanità. Ecco i simboli del benessere spirituale e terreno: il pane, il grano e il vino; due piccole mani aperte e le due ali della libertà; la lanterna, simbolo di Cristo, luce per gli ammalati; il bell’albero d’ulivo, a destra, pieno di mani colorate protese verso i valori cristiani - pace, perdono, gioia, solidarietà, vita, amore - scritti su strisce di carta. In cima all’albero, alcune parole richiedono l’intervento, il coraggio, la responsabilità di noi discepoli: "E le tue mani?".

Natale vuol dire innamorarsi della mano del Padre e delle mani di Gesù. Queste mani ci parlano: sono mani aperte perché libere da ogni egoismo; sono mani scandalose perché hanno toccato gli intoccabili; sono mani callose come quelle dei falegnami. Sono mani generose, che hanno toccato gli occhi dei ciechi e dei lebbrosi; hanno stretto la mano dei morti; hanno accarezzato i bambini.

La crisi più drammatica nel mondo di oggi è la crisi della solidarietà; è la crisi delle mani... che non si danno più una mano. Lasciamoci modellare da Gesù.

Diceva Nietzsche: "Da Cristo in giù è solo pianura; la vetta è Lui".



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