Mettere al centro le identità religiose
La solenne e impegnativa proposta di un rapporto di dialogo con le religioni parte dal Concilio Vaticano II con la dichiarazione “Nostra aetate” (1965). Papa Giovanni Paolo II, successivamente, nella sua enciclica missionaria “Redemptoris missio” (1990) definirà il dialogo interreligioso “parte della missione della Chiesa” (cfr. RM 55).
La Federazione delle conferenze episcopali dell’Asia (FABC), fin dai suoi inizi, fece proprio questo programma, designandolo come priorità della missione della Chiesa in questo Continente. Nella seconda assemblea generale, tenutasi a Barrackpore (Calcutta, India) nel novembre 1978 sul tema “La preghiera”, i rappresentanti delle Conferenze episcopali dell’Asia chiesero che la Chiesa, conosciuta in questo Continente più per le sue attività sociali ed assistenziali che come realtà “religiosa”, desse vita a centri di preghiera (simili ai noti ashram indiani), rivelando maggiormente la sua identità religiosa e ciò in dialogo con le tradizioni religiose dell’Asia.
Nel 1985, incontrai il Ven. Furukawa Tairyu, Capo del tempio Buddhista Seimeizan-Schweitzer (Tamana, Prefettura di Kumamoto). Mi invitò a dare vita insieme a questo Centro di dialogo interreligioso. Lo chiamammo “Centro di preghiera e dialogo interreligioso”, sulle linee chieste e auspicate dall’Assemblea delle Conferenze episcopali dell’Asia del 1978! Il Centro, nato con la collaborazione e partecipazione delle Missionarie di Maria-Saveriane, fu inaugurato il 23 novembre 1987. Da allora, attraverso contatti personali, visite, incontri, abbiamo costruito una rete di conoscenze e amicizie con i principali centri religiosi del territorio, rappresentanti dello Shinto, del Buddhismo con le sue varie correnti, e delle cosiddette “nuove religioni”.
Per diffondere e condividere questo spirito di dialogo, abbiamo dato vita al “Gruppo di dialogo interreligioso di Kumamoto”. Ogni due anni riuniamo i nostri principali partners di dialogo, a Shinmeizan, per una giornata di preghiera e di impegno per la pace nella domenica più vicina alla festa di san Francesco d’Assisi, che consideriamo il patrono e certamente un esempio del dialogo interreligioso.