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Metodo missionario del Saverio

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L'apostolo dei pescatori: Un rosario con Credo e Comandamenti

L'attività missionaria del Saverio è stata spesso criticata, come frettolosa e superficiale. Certo, non era un missionario sedentario, che cullava i suoi cristiani. Ma il suo metodo di catechesi era semplice e ben pensato, originale ed efficace. Lui stesso lo racconta nella lettera n. 20, scritta da Cochin il 15 gennaio 1544. Ecco i passi più significativi.

Da più di un anno mi trovo con i cristiani del Capo di Comorín. Appena arrivato, ho cercato di sapere quale conoscenza avessero di Cristo e della fede. Quando li interrogavo, essi affermavano di essere cristiani, ma di non conoscere ciò che dovevano credere. E poiché loro non comprendevano me e nemmeno io loro, ho cercato persone che capissero le due lingue. Con grande fatica abbiamo tradotto le preghiere, cominciando dal segno della Croce, per professare l'unità e trinità di Dio, il Credo, i Comanda­menti, il Pater Noster, l'Ave Maria, la Salve Regina e il Confiteor.

La campana, i bambini e gli adulti

Imparate le preghiere a memoria, vado per tutto il villaggio con una campana in mano, riunendo quanti più ragazzi e uomini posso e li istruisco due volte al giorno. Nello spazio di un mese insegno le preghiere e ordino ai ragazzi di insegna­re ai genitori, alle persone di casa e ai vicini tutto quello che imparano a scuola.

La domenica faccio riunire tutti gli abitanti del villaggio, uo­mini e donne, grandi e piccoli, per recitare le preghiere nella loro lingua. Vi prendono molto gusto e vengono con grande allegria. Cominciano con la professione di un solo Dio, uno e trino; poi recitano a voce alta il Credo. Poi dico loro che essere cristiani significa credere ferma­mente, senza alcun dubbio.

Perciò domando loro se credono fermamente in ciascuno dei dodici articoli. Tutti, uomini e donne, grandi e piccoli, mi rispondono di sì, a gran voce, con le braccia sul petto, una sopra l'altra, in forma di croce. In tal modo faccio recitare loro il Credo più di qualunque altra preghiera, poiché solo credendo nei dodici articoli della fede l'uomo può chiamarsi cristiano. Poi insegno i Comandamenti, dicendo loro che la legge dei cristiani ha solo dieci co­mandamenti e che un cristiano è buono se li osserva come Dio co­manda; chi non li osserva, invece, è un cattivo cristiano.

Il credo della fede e la legge della vita

Per insegnare faccio in questo modo. Diciamo insieme il primo articolo di fede; poi ripetono con me quest'invocazione: “Gesù Cristo, Figlio di Dio, dacci la grazia per credere fermamente, senza alcun dubbio, il primo articolo della fede”; e affinché ci venga con­cessa questa grazia, recitiamo un Pater Noster. Poi diciamo insieme: “Santa Maria, Madre di Gesù Cristo, ottienici la grazia di tuo Figlio Gesù per credere, fermamente e senza dubbi, il primo articolo della fede”; e affinché ci ottenga questa grazia, recitiamo un'Ave Maria. Lo stesso procedimento seguia­mo per tutti gli altri undici articoli.
Poi recitiamo i Comandamenti. Io di­co il primo comandamento e tutti lo ripetono; poi diciamo insieme: “Gesù Cristo, Figlio di Dio, dacci la grazia di amarti più di ogni cosa”.

Domandata questa grazia, recitiamo il Pater Noster; poi diciamo: “Santa Maria, Madre di Gesù Cristo, ottienici da tuo Figlio la grazia di poter osservare il primo comandamento”, e recitiamo l'Ave Maria. Questo stesso ordine seguiamo per tutti gli altri nove co­mandamenti. In tal modo, in onore dei dodici articoli della fe­de, recitiamo dodici Pater Noster e dodici Ave Maria, domandando a Dio la grazia di credere fermamente in essi e senza alcun dubbio. Poi recitiamo dieci Pater Noster e dieci Ave Maria in onore dei dieci coman­damenti, pregando Dio di concederci la grazia di osser­varli. Queste sono le grazie che insegno loro a chiedere.

I ragazzi diventano missionari

Tanti vengono a chieder­mi di andare nelle loro case a pregare per gli infermi. Non posso certo rifiutarmi a richieste così sante e far loro perdere la fede! Anzi, non potendo soddisfare tutti, senza evitare le risse circa la casa da visitare per prima, ho fatto in modo di accontentare tutti, tenendo conto della devozione della gente.

Comando infatti ai ragazzi che conoscono le preghiere di recar­si nelle case degli infermi e di riunire tutte le persone di casa e i vicini per recitare insieme il Credo e le altre preghiere, dicendo al malato di credere perché sarebbe guarito. In tal modo accontento tutti e faccio insegnare nelle case e nelle piazze il Credo, i Comandamen­ti e le altre preghiere. Grazie alla loro fede, Dio concede molte grazie agli infermi, dando loro la salute spirituale e corporale.

Spero in Dio che i fanciulli diventino uomini migliori dei loro genitori in quanto mostrano molto amore e disposizione per la legge cristiana e per apprendere le preghiere e insegnarle, tanto che molte volte rimproverano i loro padri e le madri quando li vedono venerare gli idoli.



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