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Il testo: Nuova tappa della missione

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Il documento dei Lineamenta è composto di tre capitoli, con un'introduzione e una conclusione, per complessivi 25 paragrafi, densi e infarciti di citazioni dei discorsi pontifici e dei recenti documenti del magistero, sostenuti e completati da 87 note in calce al testo. Vi è anche una lunga prefazione del segretario generale mons. Nikola Eterović. Ogni parte è seguita da numerose domande: 4 per l'introduzione, 16 per il primo capitolo, 22 per il secondo, 30 per il terzo. Le risposte dei vescovi dovranno pervenire entro il 1° novembre prossimo.

La lettura non è delle più facili, ma permette di capire le direzioni verso cui Benedetto XVI intende orientare l'azione della chiesa nei prossimi anni.

Il primo capitolo - "Tempo di nuova evangelizzazione" - dopo aver spiegato il termine "nuova evangelizzazione", presenta i nuovi scenari del nostro mondo che la richiedono.

Nel secondo capitolo - "Proclamare il vangelo di Gesù Cristo" - si parla dell'evangelizzazione stessa come trasmissione della fede e come pedagogia per la fede.

Nel terzo capitolo - "Iniziare all'esperienza cristiana" - si presenta la nuova evangelizzazione come iniziazione ed educazione alla fede e all'esperienza cristiana, che attende di essere realizzata attraverso un'autentica testimonianza di vita.

Metodi nuovi per la stessa missione

Le nuove situazioni, che si sono susseguite con ritmo incalzante in questi anni dopo il concilio Vaticano II, hanno portato "a scadenza" i metodi e gli ambiti dell'evangelizzazione tradizionale. Scaduti i metodi, ma non la missione, Benedetto XVI chiede a tutti i battezzati - e non solo ai missionari, ai preti, ai religiosi e alle religiose - un rinnovato impegno nell'azione missionaria evangelizzatrice per "rendere ragione della propria fede" proprio in questa nuova situazione attuale, così diversa da quelle del passato.

I destinatari della nuova evangelizzazione sono quindi quegli uomini e donne del nostro tempo che, per ragioni differenti e non sempre evidenti, sembrano non avere più bisogno di Dio e della sua comunità, che lo escludono dalla loro vita o dichiarano la loro indifferenza nei confronti della pratica cristiana e della chiesa, fino a quelli che non si fanno scrupolo di emarginare Dio dalla vita pubblica, relegandolo nel privato.

Ritrovare entusiasmo, audacia e creatività

È certamente un campo molto vasto e delicato, che spesso rimane escluso dall'attività pastorale. Il numero dei non praticanti non cessa di crescere ed è per questo che la chiesa non deve smettere di evangelizzare, di annunciare cioè che Gesù Cristo è l'unico Salvatore del mondo e che la salvezza dell'uomo d'oggi è l'offerta di entrare nella comunione con Dio e, grazie a questa, in comunione con i fratelli.

Evangelizzare è diventato oggi più difficile e complesso che nel passato, non solo per il numero ridotto degli annunciatori, ma per la complessità dei fenomeni di cui si deve tener conto. Bisogna quindi ritrovare l'entusiasmo, l'audacia e la creatività dei primi discepoli, animati dalla forza dello Spirito della Pentecoste e, nello stesso tempo, escogitare nuovi metodi e ambiti per l'evangelizzazione.

Persone illuminate che vivono la fede

L'elemento decisivo per la nuova evangelizzazione sono, ovviamente, gli evangelizzatori: cristiani e cristiane che, pur restando nel loro ambiente, si sentano in missione, inviati cioè a testimoniare e a educare alla fede, perché l'annuncio della Parola di Dio non venga meno in questi tempi di crisi, perché gli uomini e le donne d'oggi ritrovino il cammino di Dio e ricevano qualche risposta ai loro interrogativi, scoprendo ragioni per vivere che, per essere valide, devono essere ancorate a Qualcuno più grande di loro.

C'è urgente bisogno di "uomini dalla fede illuminata e vissuta", che testimonino con convinzione e ardore in mezzo ai loro fratelli e sorelle la bellezza del vangelo, la verità della Parola di Dio che risponde al bisogno del cuore dell'uomo d'oggi, oltre alla gioia di essere cristiani, e faccia loro recuperare quella "grande speranza" che sola può dare un senso all'esistenza.

Particolare attenzione alla gioventù

La nuova evangelizzazione dovrà dare una speciale attenzione alla gioventù che è particolarmente vulnerabile, e alla quale sembra così difficile trasmettere la fede, ma che è anche molto sensibile alle proposte evangeliche, quando queste vengano presentate nella loro radicalità e bellezza. Il papa concludeva il suo discorso del 31 maggio 2011 dicendo che "se da una parte l'intera comunità è chiamata a rinvigorire lo spirito missionario per dare l'annuncio nuovo che gli uomini del nostro tempo attendono, non si potrà dimenticare che lo stile di vita dei credenti ha bisogno di una genuina credibilità, tanto più convincente quanto più drammatica è la condizione di coloro a cui si rivolgono".

In fin dei conti, la nuova evangelizzazione chiede a tutti di sentire e di far sentire personalmente l'appello alla santità e alla comunione con Dio e con i fratelli. Questo appello è come una luce che illumina il mondo d'oggi con l'evangelo, con la buona notizia cioè che "il regno di Dio è vicino", che Dio è vicino a noi e vuole condurci a essere noi stessi: figli suoi e fratelli tra noi in Gesù.

Un impegno di lungo respiro ma possibile, perché nella pasqua di Gesù il regno di Dio è già stato inaugurato e attende solo di essere riconosciuto e accolto.



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