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La vita consacrata: Donarsi a Dio per l’umanità

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Il 2 febbraio, festa della presentazione di Gesù al tempio, è la “giornata della vita con­sacrata”. Per l’occasione, il vescovo della diocesi mons. Cesare Nosiglia si è rivolto a coloro che hanno consacrato la loro vi­ta interamente al Signore. Riportiamo una parte della sua omelia.

La festa della presentazione di Gesù al tempio interessa profonda­mente ogni battezzato e tutta la chiesa: in essa, infatti, si manifesta Cristo luce del mondo e la gioia della sua Pasqua. La festa tuttavia è particolarmente adatta a manifestare agli occhi e al cuore della chiesa la vocazione di speciale consacrazione, in quanto l’offerta di Cristo al Padre è radice, modello e fine di ogni persona consacrata.

Siate testimoni veraci

Radice: perché la consacrazione non parte da noi, ma da Dio. È Lui che ci ha scelti, amati, chiamati e mandati.

Modello: in quanto ogni persona consacrata è chiamata a imitare e seguire Cristo sul­la via dell’offerta di sé come vittima pura e santa, sull’altare della croce per dare la vita per amore del Padre e dell’umanità intera.

Fine: richiama il fine per cui ci si consacra al Signore. È il raggiungimento della vita eterna.

Di tutto questo voi, religiose e religiosi, siete testimoni e la chiesa e l’umanità devono poter vedere che in questo credete, in questo sperate, per questo vivete.

La nostra chiesa ha bisogno di questa vostra testimonianza per rinnovarsi ed es­sere sorretta sulla via di una fede più viva, di una carità più operosa e di una spe­ranza più sicura.

Siate la luce nel mondo

La presentazione di Gesù al tempio ci richiama questo obiettivo: l’intera chiesa e ogni credente sono chiamati a essere luce di Cristo. Voi consacra­ti mostrate con la vita, prima che con le parole, cosa significa “essere luce del mondo”. Luce che illumina la strada da seguire con l’esempio della radicalità evangelica, della castità, povertà e obbedienza; luce che riscalda con la forza sconvolgente della carità il cuore di chi è solo, abbandonato, privo di amore; luce che brucia ogni falso e, come l’oro nel crogiuolo, purifica la fede e la rende “santa e immacolata” al cospetto di Dio e degli uomini; luce che vince le tenebre del peccato e della morte perché manife­sta la speranza della vittoria che nasce dalla propria consacrazione a Cristo e dal partecipare fino in fondo alla sua stessa sorte pasquale.

Con la grazia dell’Eucaristia

L’anno eucaristico che celebriamo vi conduca a vivere con gioia e profondità spiritua­le questo dono e compito che la consacrazione vi ha affidato per sostenere tutta la chiesa nell’essere luce delle genti.

Questo impegno si realizza traendo dal sacrificio pasquale dell’Eucaristia la forza capace di rendere tale luce sempre splendente di san­tità e di carità.



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