La ''Navicella d’argento'' 2011
Sabato 3 settembre a Castelsardo s'è tenuta la cerimonia di consegna del premio "Navicella d'argento 2011", assegnato ogni anno a quei cittadini sardi, protagonisti del mondo artistico, culturale, scientifico, che hanno onorato la Sardegna con il loro lavoro. Tra i premiati del 2011 c'era anche il saveriano p. Tonino Melis di Tuili.
Un temporale dispettoso
La premiazione era prevista con tanto di bella scenografia esterna sotto le mura del castello, ma la pioggia ha obbligato a spostare la premiazione nel salone interno, dove si è svolta la cena buffet degli invitati. I tre candelabri con le sette candele messi sui tavoli mi ricordavano il disegno della creazione di Dio che i premiati portano avanti attraverso il loro lavoro culturale, scientifico, artistico e morale. La consegna del premio era preceduta da un'intervista che illustrava la vita dell'interessato e il motivo della premiazione.
La Navicella d'argento è la riproduzione di un bronzetto votivo nuragico dell'VIII-VII secolo a.C., con caratteristiche uniche in tutto il Mediterraneo, non somiglianti ad alcuna delle navi conosciute all'epoca, e quindi interpretate come modelli di "navi nuragiche" e segno di una "navigazione nuragica". La navicella del premio è realizzata in argento dall'orafo Busonera di Cagliari.
Gli studi sull'uomo e la parola
Padre Tonino Melis è stato premiato per i suoi studi e scritti linguistici ed etnologici sui "masa", popolazione di Ciad e Camerun. La navicella della vita lo ha portato a prendere il largo nell'Atlantico sulla scia di san Francesco Saverio che si è dovuto fermare nel golfo di Guinea. Del suo lavoro in missione e del contributo donato alla crescita umana, sociale e religiosa della popolazione ho parlato varie volte. Ora mi preme sottolineare che la scuola agricola da lui allestita sembra iniziare in piccolo, senza aiuti governativi.
Nel suo libro ("L'uomo che cerca parole"), p. Melis pone l'uomo al centro della società africana ed europea. L'uomo cerca parole per la scrittura dei miti e dei proverbi e la lingua per comunicare messaggi di speranza. Attualmente, p. Tonino è responsabile della pastorale nella parrocchia di Yagoua in Camerun con p. Sergio Galimberti.
Personalità e stili diversi
Oltre a p. Melis, è giusto ricordare anche gli altri premiati, a cominciare dal dottor Francesco Muntoni, specialista di neuropsichiatria infantile e distrofie muscolari, che è salpato con la navicella della propria vita per l'Inghilterra. È autore di 500 pubblicazioni, aperte alle nuove frontiere per facilitare la vita dei malati attraverso la ricerca investigativa scientifica e la didattica specialistica.
L'ardarese Roberto Meloni con la sua navicella è arrivato a Riga sul mar Baltico per un master di insegnamento e si è scoperto cantante-lettore di un piccolo gruppo musicale di pirati del mare, con progetti televisivi.
È interessante anche la figura della pittrice novantatreenne Maria Lai di Ulassai, assente giustificata alla premiazione. La sua navicella l'ha portata a navigare nel mondo dell'arte. La nipote ha letto il suo bel messaggio: "L'arte è il mistero della presenza del sacro nella natura, la cultura ci rende essere umani da cuccioli che nasciamo; l'arte ci rende felici come bambini che giocano".
Vite spese per un ideale
La navicella d'argento è stata consegnata, infine, al cantante in limba Piero Marras per i suoi trent'anni di navigazione con le canzoni sarde che conservano l'identità dei vari paesi della regione, alla giornalista Maria Luisa Busi, già volto e voce del TG1, e alla scrittrice Michela Murgia per il loro lavoro in favore dell'emancipazione femminile.
A noi resta il compito di condurre al porto eterno la navicella della nostra vita, come dimostrano le navicelle bronzee nuragiche ritrovate, ora trasformate in argento, riconoscimento di una vita spesa per un ideale.