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La missione chiama: Non ti ho visto, m’hai cercato

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Gesù, anche in me il tuo nome è pace, coraggio, futuro. Sono un povero cristiano, ma ho voglia di gridare il tuo nome, perché sei una risposta vera al bisogno d’amore che ognuno di noi ha. Tu sei la risposta ai tanti perché di chi, nel mondo intero, porta il peso di solitudine e dolore! Per tanti il tuo nome cade nel vuoto: l'attenzione è rivolta a mille cose; e il cuore resta arido e chiuso.

Gesù, non ti ho visto con gli occhi; non ho sentito la tua voce; non ti ho toccato con le mie mani. Eppure tu mi hai cercato, hai voluto che t’incontrassi e ho sentito la tua presenza, la gioia del tuo calore, la forza della tua azione che consola e dà senso alla vita.

Ho seguito la scuola della fede, camminando insieme a tanti. "Non è una marcia trionfale - ha detto papa Ratzinger - ma un cammino cosparso di sofferenza e di amore, di prove e di fedeltà da rinnovare ogni giorno". S’impara a proprie spese, quanto si è deboli e bisognosi di perdono. Ma la roccia è Cristo. La roccia è solida, stabile; è un segno adatto a esprimere Gesù, "il carpentiere, figlio di Maria..." (Mc. 6,3).

"Chi ha visto me ha visto il Padre", risponde Gesù a Filippo che aveva chiesto, "Mostraci il Padre, e ci basta" (Gv 14,9). L'incontro con Gesù nella fede dà concretezza al "volto" di Dio. Gesù di Nazaret, il crocifisso risorto, è il volto di Dio. Lo confermano le parole che ha detto e le cose che ha fatto, soprattutto la sua morte in croce, segno sorprendente dell'amore più radicale.

“La vera novità del nuovo Testamento - scrive Benedetto XVI - non sta in nuove idee, ma nella figura stessa di Cristo, che dà carne e sangue ai concetti, - un realismo inaudito".

In Gesù si illumina l'incontro multiforme e misterioso di Dio, che egli chiama “Abba - Papà!”. In lui, Dio si mostra "povero", perché non lo si possiede. Egli è dono e relazione; è ricco di misericordia; scioglie le catene; è sorgente di vita e di gioia. Gesù è la Parola umile e potente di Dio. Con la Parola, nei sacramenti e specialmente nell'Eucarestia, sempre ci viene incontro, perché egli è vivo e ci ama. In Gesù, l'onda dell'amore del Padre arriva continuamente fino a noi, con la forza dello Spirito Santo.

Ho imparato a vedere. Avrei voluto incidere il suo nome sulla roccia. Poi ho imparato a leggerlo nella sua chiesa, nelle piccole comunità di base, nelle mamme della missione che portavano il cibo ai detenuti in prigione e ai malati dell’ospedale. L'ho letto in chi ha donato la propria vita per salvare gli altri e in chi - giovani e adulti - hanno orientato la propria vita sulla strada dell'amore semplice e concreto, nutrito di preghiera e di solidarietà verso tutti.

Una mattina a Goma (Congo RD), sconvolto dagli spari, andavo verso la prigione, dove era stato ucciso un detenuto. C’erano i guardiani e i soldati sulla porta, e tanta tensione. Avevo la stola, ma anche paura. Un gruppo di mamme stava ai margini della strada. Ho sentito chiara la loro voce: "È Gesù. Va a benedire il prigioniero ucciso". Ho ripreso coraggio. Il Risorto camminava davanti a me. Davvero, l'amore che è di Dio, è il cuore della vita e ci spinge alla missione.

Molti si chiedono: "Vorrei credere, vorrei seguirlo; ma come incontrarlo?". Penso alle parole di Gesù: “Mi manifesterò a chi mi ama”. Lo dico a me; lo dico a te: "Ama, dona te stesso, perdona, cammina sulle sue tracce". Certo, lo seguiremo con la nostra povera capacità d’amore; ma Gesù è buono e ci accetta.

È importante dare tempo a Dio, perché egli possa piantare in noi i suoi sentimenti. Lo Spirito ha strade infinite, ma il nostro silenzio - umiltà è il terreno su cui egli può lavorare. L'opera di Dio è di Dio. L'uomo è coinvolto, in un silenzio attivo, per aprire porte e finestre alla sua luce. E... chi ha incontrato qualcosa di vero, di bello e di buono nella propria vita - l'unico vero tesoro, la perla preziosa! -, corre a condividerlo ovunque.

Lo fa senza confini, perché è portatore di una buona Notizia che è per tutti gli uomini, per tutti i popoli.



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