Carlo e il ricordo del Camerun
Quando parla della sua vita trascorsa in Camerun, gli occhi del signor Carlo Oriani di Meda brillano. Il Camerun e la sua gente sono rimasti nel suo cuore. L’ho incontrato alla fine della Messa nella chiesa di santa Maria Nascente, a Meda. Mi ha detto che anche lui era stato in Africa. Il giorno dopo sono andato a trovarlo a casa e a chiacchierare con lui.
Dal 1978 al 2002 Carlo è stato a Mbalmayo, a sud di Yaoundè, inviato da una ditta brianzola che lavorava nel settore del legno. Ricorda il bellissimo rapporto che aveva con i cinquecento operai che lavoravano alle sue dipendenze. Si sentiva accettato da loro, tanto che a Natale gli facevano sempre un regalo.
Ha conosciuto anche i saveriani - p. Giovanni Montesi e altri - che ha aiutato nel fondare la missione a Yaoundè. La sua casa era aperta a tutti. In più, ha fondato una squadra di ciclismo che è poi diventata la squadra nazionale camerunese.
Ma quello che gli è veramente rimasto nel cuore è stato il rapporto umano con la gente. Ha trovato amici sinceri e vorrebbe tornare presto (ha 86 anni!) a rivederli.
E confessa che è stato un bene anche per lui, perché ha vissuto una vita diversa, che gli ha riempito il cuore, come ne è piena la sua casa, dove tutto parla di quegli anni vissuti in Camerun.
“La cosa più bella - dice con il cuore in mano - è stata la sincerità nel voler bene agli operai”. Per loro, che lo chiamavano “papà”, ha fatto molto. E si è sentito voluto bene da ciascuno di loro. Anche sua moglie lo conferma.