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La generazione di p. Mirto, Letture spirituali e formative

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Il 18 gennaio abbiamo partecipato al funerale di Modesta, sorella di padre Virgilio Mirto, e nel pomeriggio a quello di Gesualda, cognata di p. Walter Giua, nel santuario dell'Assunta di Guasila. Questi commiati indicano la fine della generazione di p. Mirto, "educata allo spirito dell'amore servizievole missionario, allo spirito di fede provata".

Santa Teresina di Lisieux

Lo testimoniano anche i suoi libri, conservati in una scatola della biblioteca. Le letture di p. Virgilio erano profonde ed educative; davvero erano "letture spirituali", perché hanno guidato la sua vita e hanno guidato sulla via dell'altruismo i giovani di Guasila, Nuoro, Tortolì.

 Nel mio curiosare, ho trovato Pioggia di rose e Strenna del 1929 sulla devozione di santa Teresa del Bambin Gesù, una delle sante più amate del secolo scorso. In una pagina del libretto, ho notato la foto del primo vescovo giapponese, mons. Gennaro Hayasaka, in visita al monastero di Lisieux, l'anno successivo alla proclamazione di Teresina a patrona dei missionari nel 1927. La santa mistica delle missioni ha allargato gli orizzonti del giovane Virgilio per il mondo missionario.

L'esempio del beato Frassati

Su una colonna del santuario dell'Assunta a Guasila abbiamo potuto vedere una foto del beato Pier Giorgio Frassati con la sua firma sotto la scritta "verso l'alto". Le testimonianze su Pier Giorgio Frassati del 1929, raccolte da don Cojazzi con interessanti foto della sua giovinezza, raccontano la spiritualità che ha ispirato la vita di carità, di fede e di amicizia del giovane Pier Giorgio. Il libro finisce con questo dialogo.

"Mentre tutti tornavano ai loro paesi, un sacerdote mi chiese: «Crede, don Cojazzi, che Pier Giorgio salirà all'onore degli altari? ». «Questo è il segreto di Dio», risposi. Ma quello che non è più un segreto è che il suo esempio trascina le anime. Egli credette davvero in Cristo e su di lui è la pro­messa di Cristo, anche per questa vita: benché morto vive. È proprio vero ciò che udii ripetere da molti e leggo scritto da quasi tutti: «Averlo conosciuto o averne udito parlare significa amarlo, e amarlo significa seguirlo»".

La vita della beata suor Nicoli

L'altro libro del 1929 su cui mi sono soffermato è la vita di suor Giuseppina Nicoli, dichiarata "beata" il 3 febbraio 2008 a Cagliari. Il libro è scritto da p. Bartolomeo Bechis, che era stato a Cagliari a predicare alle dame della Carità, dove era presente anche suor Nicoli. L'autore fa iniziare la biografia della suora, mistica della carità, con alcune frasi, prese dalle lettere di suor Nicoli. Fanno capire che il sospiro della santità fa trionfare sulla morte.

"Siamo angeli di carità... Siamo angeli di vigilanza per le anime a noi affidate. Facciamoci sante, grandi sante, presto sante... Oh quanta gloria i santi danno a Dio! Quanto bene i loro esempi fanno alle anime! I  santi non muoiono: la loro bene­fica missione continua oltre la tomba...".

Il romanzo "Quo vadis"

Non ci sorprende che fra le letture spirituali di p. Virgilio Mirto troviamo le biografie di due testimoni che sono stati dichiarati beati. Ma c'è anche il romanzo storico dei tempi di Nerone "Quo vadis" (dello scrittore polacco Enrico Sienkiewicz). Non è un libro di evasione, ma una lettura mistica della storia cristiana durante la persecuzione.

L'apostolo Pietro vive la paura di andare a morire dove un altro lo voleva condurre. La copia del romanzo, conservata e arrivata a noi, s'interrompe a pagina 450, con la domanda che Pietro - mentre scappa dalla persecuzione di Roma - rivolge all'uomo raggiante che gli veniva incontro: "Domine, quo vadis? - Signore, dove vai?". Le ultime pagine si sono scollate e perse.

Dai libri delle letture di p. Virgilio Mirto possiamo avere alcune icone letterarie ed esistenziali dei santi mistici contemporanei che hanno illuminato la sua vita, quella della sua generazione e - ci auguriamo - anche della nostra vita.



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