L’Eucaristia della carità
Il terzo venerdì del mese, nella parrocchia San Francesco Saverio, qui in Minas Gerais, celebriamo l’Eucarestia della carità. Invitiamo i leader e gli incaricati di alcune pastorali (infanzia, salute, carcere), gruppi biblici di vita, di riflessione e preghiera delle mamme per i figli che soffrono a causa della droga, dell’alcoolismo, della disoccupazione.
L’idea è nata per rispondere a due esigenze. La prima è che invece di sottolineare lo specifico di ciascuna pastorale si sta valorizzando ciò che le unisce e quello che possono realizzare insieme, per la chiesa e per il bene del mondo. Leader e incaricati vanno nelle case, conoscono le persone, le famiglie, ascoltano i problemi del quartiere a partire dal di dentro e non solo sui giornali. In questo senso, unire gli sforzi (magari mantenendo in parrocchia un archivio di dati in comune per aiutare meglio le persone in difficoltà), costruire ponti e divulgare informazioni diventa una strategia positiva. Nell’Eucaristia trovano forza e direzione, in vista della solidarietà, del bene comune e della fede che opera attraverso la carità.
La seconda esigenza fa emergere il fatto che, purtroppo, le persone impegnate nel servire la parrocchia sono poche. Per tale motivo entrano in crisi e, a volte, desistono, perché “gli altri” non aiutano e non collaborano. Questo, per me, è una sorpresa. Ho sempre pensato che la stanchezza entrasse nella vita di chi non fa niente per gli altri, mentre chi sceglie la strada del servizio e della solidarietà sente nel cuore la gioia di donarsi e di sentirsi servo umile del Signore che fa fruttificare i propri “talenti”. In questo senso, l’Eucarestia della carità diventa un motivo in più per vivere con coraggio la propria missione, trasformando la stanchezza in maggiore impegno e la sfiducia in speranza. Abbiamo bisogno di guide forti nella fede, nella perseveranza e nella gioia di essere missionari del vangelo della speranza.