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Ai ragazzini che, seduti intorno a lui, ascoltavano le sue avventure, Andrea diceva: “Se vuoi imparare a pescare, vai da uno che se ne intende”. “E poi?”, chiese Gioele. “E poi, sono andato da Simone di Cafarnao, un vero specialista. Abbiamo messo su un gruppetto, una cooperativa, e siamo diventati famosi”. Si fermò un attimo, guardando lontano, verso l’orizzonte. Le barche stavano rientrando dalla pesca notturna. Si sentivano i canti dei pescatori, erano allegri. Buon segno. La pesca era stata abbondante. Sulla spiaggia arrivavano le donne con i loro cesti, pronte a raccogliere il pesce. I loro uomini, sicuramente, avevano fame e bisogno di riposare. “Su, andiamo ad aiutarli - disse Andrea ai bambini - così anche voi avrete qualche pesciolino da mangiare”. Si buttarono in acqua per tirare le barche. Tutti cantavano, erano pieni di gioia. Uno dei vecchi pescatori si rivolse ad Andrea. Si vedeva che aveva un po’ di anni e ancora tanta voglia di parlare. “Ancora con i tuoi racconti, Andrea? Ma hai detto loro cosa è successo quella mattina quando venne qui in spiaggia il Maestro? Dai, raccontala ancora”. “Prima scarichiamo, poi cominceremo ad arrostire qualche pesce e così, tra un boccone e l’altro, racconterò ancora”. Così fecero. Il pesce era buono, la fame era tanta. Andrea si alzò e cominciò a parlare, a raccontare di quel Maestro che aveva chiesto come era andata la pesca e che aveva insistito per tornare a pescare, nonostante Simone non fosse d’accordo (lui era il capo della cooperativa). Ma Andrea e Giovanni insistettero e successe qualcosa che nessuno aveva mai visto. Un sacco di pesci. Tutti ne hanno mangiato e se lo ricordano ancora. Andrea concluse: “Allora, avete capito?”. Il più piccolo disse: “Posso avere ancora un pesciolino? Mi piacciono tanto”. E tutti sorrisero.



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