Cosa annuncia la nuova evangelizzazione? Questo è l'aspetto più interessante e che riguarda tutti. La missione che Cristo ha affidato alla chiesa è una sola: annunciare la salvezza in Gesù Cristo, che ci apre all'incontro con Dio Padre e ci fa vivere già in pienezza la nostra umanità.

L'evangelizzazione - vocazione e identità della chiesa - si articola in varie forme. È missione ad gentes fra i non cristiani; è cura pastorale dei cristiani e delle loro comunità; è nuova evangelizzazione nei riguardi di chi ha lasciato la pratica della vita cristiana (n. 10). Quest'ultima, come abbiamo già detto, non riguarda solo le antiche comunità cristiane, ma anche le giovani comunità di missione.

Ripartire, allargando gli orizzonti

"Nuova evangelizzazione è allora sinonimo di missione, che chiede la capacità di ripartire, di oltrepassare i confini, di allargare gli orizzonti". È esattamente il contrario di una comunità statica, ripiegata su di sé, che "ritiene sufficiente continuare a fare come si è sempre fatto" (n. 10).

Se l'obiettivo della nuova evangelizzazione è realizzare "l'incontro con Gesù Cristo nello Spirito Santo per giungere a far esperienza del Padre" (n. 11), essa deve puntare a trasmettere la fede autentica, a produrre cioè una fede "pensata, celebrata, vissuta e pregata". In altre parole, un'autentica esperienza di Dio che riconduca alla comunità cristiana chi l'ha abbandonata o ne ha smarrito la strada.

Protagonisti della nuova evangelizzazione sono tutti i battezzati. Questo è il dono che Dio fa a ciascun battezzato e che diventa il compito e la missione di ciascuno: "testimoniare che la fede cristiana costituisce l'unica risposta pienamente valida ai problemi e alle speranze che la vita pone a ogni uomo e a ogni società" (n. 12).

Suscitare la nostalgia della fede

È facile capire che questo impegno richiede e produce la santità e la gioia della fede, oltre che un rinnovamento delle comunità. Solo una testimonianza convinta e gioiosa è in grado di suscitare nel cuore dei non credenti e dei non praticanti la nostalgia della fede e di rispondere alla "emergenza educativa" che caratterizza il nostro tempo. È il modo migliore per ottenere il risultato di san Paolo che affermava: "Sono stato trovato da quelli che non mi cercavano, mi sono manifestato a quelli che non chiedevano di me" (Rm 10, 20).

Trasmettere la fede ed educare alla fede è la grande sfida della nuova evangelizzazione (nn. 13-14). La chiesa riaprirà allora il catecumenato per offrire il primo annuncio: Dio ti ama e ti cerca, ti offre la sua intimità e vuole che tu partecipi alla creazione di un mondo nuovo.

Uno stile dolce e rispettoso

Lo stile della nostra evangelizzazione non sarà né imposizione né propaganda, ma capacità di rendere conto della speranza e della fede che è in noi "con dolcezza, rispetto e retta coscienza" (1Pt 3,16). Questo stile deve essere animato da ardore, fiducia e libertà di parola, come notiamo nei racconti degli Atti degli apostoli. Nessuna arroganza o superiorità, nessuna previa condanna del mondo, ma la dolce, rispettosa proposta delle ragioni della nostra gioia, la testimonianza di persone che hanno trovato il senso della vita, la felicità vera, la speranza che non delude.

Questo stile - ricorda il testo dei Lineamenta - riguarda le comunità e anche le persone che annunciano "da persona a persona", nel concreto delle situazioni feriali (n. 16). La nuova evangelizzazione aiuta la chiesa a ritrovare la sua vera natura di chiesa missionaria.

Nella logica della nuova evangelizzazione entra anche la denuncia delle infedeltà e degli scandali che purtroppo emergono nelle comunità cristiane, il coraggio di riconoscere le proprie colpe, ma di continuare a testimoniare Cristo nella consapevolezza della propria povertà e fragilità, come l'unico nostro Salvatore (n. 17).