In memoria di p. Albino Orsi - Un gigante buono, un padre amico
Giampiero è un volontario della casa madre di Parma; si prodiga per aiutare i saveriani anziani e malati.
Conoscere e frequentare determinate persone mi hanno fatto capire il senso della vita e come viverla. È un'esperienza che mi ha donato serenità e mi ha appassionato a tal punto da condividere con loro le pene e le gioie, e spingermi fino a innamorarmi per il loro comportamento e la loro vita nella fede. Tutto questo mi è capitato quando ho conosciuto i missionari saveriani. È un "innamoramento" di fede e servizio, di gioia e fratellanza.
Ho un sentimento di ammirazione religiosa e umana, un desiderio di quasi emulazione, un senso di quasi invidia per i missionari anziani, partiti tanto tempo fa con solo tanta speranza e tanta fede. Sono stati missionari quasi "ribelli", obbedienti solo al loro compito di redenzione umana, animosi contro tutte le avversità e resistenze. Penso a loro come gli esseri moderni più veri, senza corone né allori; come cavalieri erranti della fede e della civiltà.
Un giorno mi è accaduto d'incontrarmi con uno di loro: si chiama padre Albino Orsi. Molto brevemente voglio ricordarlo, a modo mio. Si tratta di un missionario poderoso, di una simpatia di eterno fanciullo; quella simpatia che emana gioia, bontà, dolcezza; quella simpatia che è un dono riceverla perché dona felicità.
Era un gigante buono. Con le sue mani possenti mi stringeva forte, quasi a ringraziare per un sorriso ricevuto, una carezza, una stretta di mano. La dolcezza di padre Albino era questa: un padre buono e amoroso; un padre che sapeva risvegliare sentimenti di amicizia.
Nel silenzio e nel rumore, nel pianto e nel sorriso, dovunque siamo e saremo, impariamo da questo missionario ad avere il coraggio di vivere la nostra vita con tanto amore verso gli altri.