Un missionario per amico /6: Due anni con i suoi missionari
Mons. Guido Conforti voleva fare molto per la diocesi di Ravenna e per i suoi missionari a Parma. Ma proprio non ce la fa più. Il 10 agosto 1904 scrive al papa: "Beatissimo Padre, non per paura della croce ma per il bene della chiesa, do le dimissioni. Per Ravenna ci vuole un vescovo bravo e robusto... Con fiducia, (firmata) + Guido Conforti".
L'addio a Ravenna
Ricevuta la lettera papa Pio X e il cardinale Merry Del Val si consultano. Il papa vorrebbe che il Conforti si prendesse un periodo prolungato di riposo e poi tornasse a Ravenna. Ma il cardinale conferma che lo stato di salute del vescovo è veramente grave. Alla fine, il papa si rassegna e gli dice di scrivere al Conforti: "A malincuore, il papa accetta le dimissioni".
Conforti, commosso, dà l'ultimo saluto alla diocesi di Ravenna, davanti ai preti ai fedeli e ai seminaristi (che piangono): "Mi costa molto lasciarvi, ma lo faccio per il vostro bene. Pregate per me!". Il 21 ottobre 1904, dopo 22 mesi, Conforti lascia Ravenna in treno e va ad Assisi. Vestito da semplice prete, davanti alla tomba del santo prega: "Caro Francesco, ora mi sento libero, rinato a vita nuova. Voglio dedicarmi tutto ai miei saveriani!".
Finalmente a Parma!
La sera del 29 ottobre, Conforti torna a Parma, nella casa dei suoi missionari. Saveriani con la lunga barba nera e giovani studenti (17 del liceo e della teologia) lo accolgono a braccia aperte, commossi: "Benvenuto, padre! Finalmente sei con noi!". Conforti risponde assicurandoli: "Da oggi tutti i miei pensieri e affetti sono per voi!".
Il mattino dopo, nella chiesa dell'istituto, Conforti vestito da "saveriano" parla ai missionari e studenti incoraggiandoli a vivere il carisma e la spiritualità missionaria. Tra l'altro, dice loro: "La vocazione missionaria è la più nobile e grande: ci avvicina a Gesù e agli apostoli! Il Signore non poteva essere più buono con noi!... Tenete fisso lo sguardo su Gesù; sentitelo sempre vicino a voi. Noi dobbiamo vedere Dio, cercare Dio, amare Dio in tutti!".
Per essere bravi saveriani
A Parma, arriva al Conforti la nomina a vescovo titolare di "Stauropoli", una città distrutta della Turchia... Conforti ci scherza sù con i suoi missionari: "Stauropoli vuol dire "Città della Croce": insomma, la Croce non mi lascia mai!". Ma poi affida loro un grande insegnamento: "Il Crocifisso è il gran libro sul quale noi missionari dobbiamo formarci come missionari".
Oltre alla formazione spirituale, mons. Conforti incoraggia i suoi missionari alla formazione pratica, specialmente nell'agricoltura, nella medicina e nella meccanica: "Imparate i mestieri utili per insegnarli ai poveri, per guarire i malati...".
Il 30 novembre 1904 arriva all'istituto saveriano di Parma don Pietro Uccelli, un prete di Reggio Emilia che aveva dovuto lottare con il suo vescovo per essere missionario. Conforti lo accoglie con un grande abbraccio e, un giorno in un colloquio personale, gli consegna un libretto: "Osserva queste regole, se vuoi essere un vero missionario!". Padre Uccelli, osservando il comportamento e la spiritualità del fondatore, ne resta ammirato ed esclama: "Quest'uomo è veramente un santo!".
Intanto i giovani saveriani si preparano a partire per la Cina. Tra loro, p. Armelloni, p. Pelerzi e p. Dagnino...
- (continua)