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Il metodo: Missionario di tutta la chiesa

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Il Saverio inventa nuove vie evangeliche

Come ogni bravo missionario, il Saverio raccoglie informazioni e documentazione accurata dei luoghi e dei popoli che visita e fa da ponte tra questi popoli e la chiesa che lo ha inviato. Perciò egli “passa” tutte le informazioni e le esperienze agli altri missionari e alla chiesa intera, perché ne condividano la conoscenza e la passione evangelica per l’umanità.

L’informazione stimola la missione

In una lettera scrive: “Vi do queste notizie perché sappiate quanto queste isole siano abbondanti di consolazioni spirituali; poiché tutti questi pericoli e travagli, presi volontariamente solo per amore e servizio di Dio, sono tesori ricchi di consolazioni spirituali”. Ringrazia per l’aiuto della preghiera e la sollecita continuamente, come partecipazione all’opera missionaria: “Sento nell’anima che il Signore mi ha salvato da tanti pericoli corporali e travagli spirituali grazie ai sacrifici e alle preghiere di tutti”.

Anche le calamità naturali fanno parte della sua comunicazione missionaria. “Una di queste isole trema quasi sempre, perché c’è un monte che di continuo emette fuoco e cenere. Con il vento, dalla montagna scende tanta cenere che i lavoratori nei campi tornano a casa pieni di cenere. La cenere acceca e uccide molti animali e sulla riva del mare si trovano molti pesci morti...”. Del mare scrive: “Abbiamo attraversato molti pericoli per le grandi tempeste, durate tre giorni e tre notti, assai maggiori di quelle che io abbia mai visto in mare”. Sembra quasi una cronaca dei recenti terremoti e tsunami.

Doveva avere anche un buon senso di umorismo, se non gli sfugge di raccontare - tra le tante cose pie che scrive - un fatto curioso che gli è capitato di verificare di persona: la storia del caprone con la mammella. L’aveva trovato a Ternate Francisco Palha, un portoghese diventato amico e aiutante del missionario. L’aveva portato ad Ambon, con l’intenzione di farne dono al re del Portogallo. Ecco il racconto del Saverio: “Ho visto una cosa che non vidi mai nella mia vita: un caprone che fa latte e genera; ha una sola mammella prope genitalia (usa il latino per dire, vicino ai genitali - ndr), dà ogni giorno una scodella di latte e i capretti bevono il suo latte”. Roba da non crederci! Ma il Saverio continua: “Io stesso, con le mie mani, gli ho munto il latte una volta, credendo che non fosse vero e sembrandomi una cosa impossibile”. Come non credere a un santo missionario che racconta quel che ha visto e fatto di persona?

Il metodo missionario delle isole

A Ternate, il Saverio inventa qualcosa di originale. Compone una spiegazione delle principali verità della fede cristiana, basata sul Credo e sulla storia della salvezza. Era in versi, facile da imparare a memoria e da cantare. Questo testo è stato poi tradotto in altre lingue, stampato nella prima tipografia a Goa e utilizzato da tanti missionari dell’Oriente.

È un successone. Lo racconta Saverio stesso. “L’effetto era tanto che in Ternate i fanciulli per le piazze e nelle case, di giorno e di notte, le fanciulle e le donne, e nei campi i lavoratori e nel mare i pescatori, invece di vane canzoni, cantavano canti sacri come il Credo, il Pater, l’Ave Maria, i Comandamenti, le opere di misericordia, la confessione generale e molte altre orazioni, tutte nella lingua del luogo, di modo che tutti le capivano, sia chi era convertito di recente alla nostra fede sia chi non lo era”.

Le canzoni sono frutto di una catechesi sistematica, che il Saverio fa tutti i giorni, dopo mangiato. “Accorreva molta gente - egli ammette - e mi sembra che il motivo era che spiegavo sempre una parte del Credo”. Spiega ogni frase, con parole semplici, adeguate alle capacità delle persone da poco convertite, “in modo da formare in esse una solida base per credere bene e veramente in Gesù Cristo”. Si può impiegare un anno intero, insegnando venti parole al giorno, da fissare nella memoria.

Un’altra scena interessante avviene la sera. Lui stesso, di notte, va per le vie con una piccola campana, pregando per le anime del purgatorio e per chi vive in peccato mortale. È accompagnato da frotte di bambini, ai quali insegna catechismo durante il giorno. I cristiani di Ternate addirittura incaricano un uomo che tutte le notti, con una lanterna in mano e una campanella nell’altra, va nelle piazze e prega ad alta voce per le anime sante e “per le anime di tutti coloro che perseverano nel peccato mortale senza volersene liberare”. Questa pratica, afferma il Saverio, “causa devozione e perseveranza nei buoni, e timore e spavento nei malvagi”.

L’espediente era di grande effetto a quei tempi. Chissà oggi, nelle nostre società, cosa inventerebbe il Saverio per attrarre la nostra gente così distratta...



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