Il… filo della misericordia
In Bangladesh, ci sono anche le missionarie, ma quasi nessuno ne parla. Sono umili e discrete e a volte capaci più degli altri di stare vicino a chi sta in croce e di filtrare il messaggio del vangelo nell'impermeabile mondo musulmano.
Da una vita, c’è la più anziana delle suore Luigine di Alba. È di Orani (NU), il suo vero nome è Celestina, ma per tutti i missionari è suor Filo (Filomena) e per tutti i bengalesi “Sister Filu”.
Dispensari e ricami
Per tanti anni, suor Filo ha soccorso i malati poverissimi che venivano al suo dispensario, una stanzetta inizialmente con i muri di fango. L’attività poi fu vietata dal governo alle semplici infermiere.
Senza arrendersi, suor Filo, con le offerte di cari amici italiani e l'intesa delle consorelle, non ha mai cessato di aiutare i malati più gravi, bisognosi di costose operazioni.
Inoltre, da tanti anni ormai, attraverso il ricamo, suor Filo offre l’opportunità a tante donne musulmane di guadagnare qualcosa. Ma il filo del ricamo più prezioso è il racconto quotidiano delle pene e poche speranze, che queste donne musulmane confidano alla sister cristiana amica del cuore, sicure di trovare, con l'ascolto e il conforto, anche la spinta per un salto di fede.
Il piatto di Sumon
La domenica, suor Filo trova il tempo per andare a insegnare e a controllare i ricamini di alcuni disabili e delle loro mogli. Sumon è un disabile in carrozzina che si guadagna qualche soldo proprio con questa attività.
Qualche tempo fa, durante il sacro mese del Ramadàn, suor Filo chiede a Sumon se lui e la moglie facessero il digiuno. E la risposta è affermativa. Poi un’altra domanda: "E siete in pace con tutti?".
"In realtà - risponde Sumon - c'è un parente, con cui mangiavamo anche allo stesso piatto, che un giorno mi ha offeso; da allora non ho più voluto vederlo; per me lui non esiste”. "Sumon, e tu pensi che Allah gradisca il tuo digiuno? Non gradirebbe di più se fai pace e parli di nuovo col tuo amico? Quel giorno verrò anch'io a mangiare al tuo piatto”.
Chi è senza peccato…
Masura è una delle ragazze musulmane che frequentano l'attività di suor Filo nel piccolo villaggio di Rogonatpur. Un giorno, mentre le donne son sedute in circolo a ricamare, si avvicina Moena, la cui giovane sorella rimasta vedova, ha avuto un bambino con un uomo già sposato. Con lei, ha perso la reputazione tutta la parentela.
Suor Filo, da lontano, nota che Masura, vedendo Moena, si gira dall'altra parte dandole la schiena. Allora, la avvicina e le dice: “La mia religione cristiana dice che chi è senza peccato scagli la prima pietra. Tutti abbiamo qualcosa da farci perdonare da Allah, il Misericordioso…”.
Tutte le donne si bloccano con l'ago sospeso, stupite per queste parole e affascinate da questo nuovo filo d'oro... della misericordia.