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Il dovere della pace! / 2

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MISSIONI NOTIZIE

Cristiani nel mondo

India: Dalit vicepremier. Il medico cattolico Rajaiah è il vice primo ministro dello stato indiano di Telangana. Proveniente da una comunità cattolica Dalit, Rajaiah è stato educato nella scuola dei missionari del Pime. Nel suo impegno politico ha dimostrato grande attenzione ai problemi sociali, agli emarginati, alle minoranze religiose.

Malesia: il divieto su “Allah”. La corte federale della Malesia ha confermato il divieto imposto al settimanale cattolico “Herald” di usare il termine “Allah” nelle sue pubblicazioni per riferirsi a Dio. Si chiude così, al terzo grado di giudizio, una vicenda che da anni ha agitato la nazione. Padre Andrew, direttore del settimanale “Herald”, si è detto “deluso e rammaricato per un verdetto che viola i diritti fondamentali delle minoranze”. Mentre il vescovo di Malacca Tan ha dichiarato che i giudici non sono stati imparziali.

Iraq: l’abbandono di Mosul. Le ultime famiglie cristiane ancora presenti a Mosul hanno dovuto lasciare la città. L’esodo ha avuto un'accelerazione dopo che gli insorti sunniti e i militanti dell'autoproclamato califfato islamico hanno cominciato a segnare con lettere di riconoscimento le case di cristiani e sciiti per poi prenderne possesso. L'evacuazione è dovuta anche all'intensificarsi dei bombardamenti operati dalle forze armate governative su molti quartieri della città.

pettenazzoNovità in rosa. Per la prima volta alla guida della Conferenza degli istituti missionari italiani (Cimi) c’è una donna. È suor Marta Pettenazzo (nella foto sopra), missionaria di Nostra Signora degli Apostoli. Suor Pettenazzo è nata a Padova nel 1962. È stata missionaria a Djougou, in Benin, per otto anni, occupandosi dell’accoglienza di bambini orfani, dell’animazione rurale femminile, della formazione dei catechisti nei villaggi.

Ha accettato di guidare la Cimi “in spirito di servizio e di collaborazione”. Con lei collaborano p. Luigino Frattin (Sma), il comboniano Giovani Munari, e il saveriano p. Rosario Giannattasio.

Sempre martiri

• Mentre salutiamo con gioia la liberazione dei sacerdoti vicentini “fidei donum”, rapiti in Camerun insieme a una religiosa, e quella di due suore e tre giovani caldei in Iraq, continuano ad arrivare notizie di religiose, missionari e laici che hanno perso la vita nel mondo.

  • Libia: Salwa Bugaighis, avvocato e voce contro l’estremismo, a favore del dialogo, è stata ammazzata nel giorno delle elezioni politiche per le idee scomode che difendeva.
  • Tanzania: suor Clecensia Kapuli, religiosa tanzaniana di 50 anni della congregazione “Regina degli apostoli”, è stata uccisa il 23 giugno nel corso di una rapina in strada a Dar es Salaam.
  • Sudafrica: suor Mary Paule Tacke, 82 anni, delle suore missionarie del Preziosissimo Sangue, è stata uccisa nel corso di un tentativo di rapina.
  • Stati Uniti: a Phoenix sono stati aggrediti dopo un tentativo di rapina p. Joseph Terra e p. Kenneth Walker, due sacerdoti della fraternità sacerdotale di San Pietro. Padre Walker è stato ucciso, p. Terra è rimasto ferito.
  • Malesia: suor Juliana Lim, 69 anni, della congregazione del Bambino Gesù, è morta dopo una violenta aggressione subita a Seremban, cittadina nei pressi di Kuala Lumpur.
  • Ucraina: c’era anche una religiosa a bordo dell’aereo MH17 della Malaysia Airlines, in volo da Amsterdam a Kuala Lumpur, abbattuto nei cieli dell’Ucraina. Si tratta di suor Tiernan, della Società del Sacro Cuore (RSCJ), 77 anni, che stava facendo ritorno in Australia dopo aver trascorso un periodo in Europa.

Una storia speciale

Aziz: la fede e il disprezzo. La scrittrice marocchina Laila Abu Zaid (“Parola di donna, corpo di donna”, Mondadori 2005) ha raccontato la vicenda reale di un convertito marocchino diventato frate francescano. Il racconto inizia con il rientro di Aziz a Fez, dopo trent’anni. La sua conversione aveva suscitato gran clamore in città. Sua madre alla notizia si era schiaffeggiata il viso, percosso le gambe, scoperto i capelli, crollando a terra. Il padre era sconvolto ma non aveva battuto ciglio. Ad Aziz fu riferito che il giorno seguente alla sua partenza una bara vuota era stata trasportata da casa al cimitero, con una gran folla. Aziz, tornato a casa, trova la porta chiusa. Bussa e riconosce la voce di sua madre. Quando lei si affaccia, lui dice: “Sono Aziz!”. Ma lei con indifferenza risponde: “Aziz è morto da trent’anni” e chiude la porta.



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