Sguardo sul regno di mezzo
MESSAGGIO DALLE CHIESE
Il direttore gesuita di “Union of Catholic Asian News (Ucan)”, agenzia cattolica d’informazione sull’Asia con sede a Bangkok, ha descritto la situazione in Cina.
Non ci illudiamo sulla possibilità di influire con pressioni dall’esterno sulla situazione di quello che resta il Regno di Mezzo, il centro del mondo per la visione cinese. Nessuna pressione esterna sarà in grado ancora per qualche tempo di influire sul cammino cinese o sulla leadership del partito comunista. Tuttavia, la chiesa è in crescita a livello numerico e ancor più lo è il protestantesimo, meno strutturato e quindi meno controllabile. La realtà del cristianesimo resta dinamica, ma difficile, in particolare per i cattolici e quindi il futuro non sembra presentare prospettive incoraggianti.
Indipendentemente da chi governi in Cina, la preoccupazione è oggi come due millenni e mezzo fa, di evitare l’instabilità politica provocata da piccoli gruppi organizzati in comunità religiose. Da qui deriva il controllo sui fenomeni religiosi e le occasionali mosse repressive.
Il vuoto religioso ed etico attuale porta alla ricerca di spiritualità e di fede più strutturata. Il governo non può fermare questa tendenza; tuttavia, con un’ideologia in bancarotta, deve giustificare il proprio potere. Oggi il comunismo è un’associazione per finalità economiche e di potere, con benefici per i membri. Gli interessi tuttavia non bastano a garantire stabilità e il sistema rischia la disintegrazione. Il presidente Xi Jinping sta cercando di ristabilire il primato della dottrina maoista, pur sapendo che è alla base dei problemi della Cina attuale.
I cinesi stanno cercando, oggi, di reinventare la propria civiltà tornando ai problemi che li hanno originati, ma non funzionerà.