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Congo: Trenta chilometri al giorno

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Dalle lettere di p. Gianpaolo Codutti

Padre Gianpaolo Codutti, da tanti anni in Congo, per lettera, racconta un po' della sua vita di ogni giorno, tra paure e preoccupazioni. I familiari abitano a S. Margherita Moruzzo: una casa circondata da vigneti, con l'odore dell'erba appena falciata.

Il missionario, ovunque si trovi, riesce a dare un senso alla vita, anche davanti al dramma della guerra e delle sue tristi conseguenze. Padre Gianpaolo lavora attualmente a Shabunda, nella diocesi di Kasongo, nella repubblica democratica del Congo.

A sentire i suoi racconti, sembra che la normalità si intrecci con la tragedia, ogni momento . Importante è non perdersi d'animo.

Posta aerea speciale

Le notizie giungono come possono e quando possono. Non ci sono postini; le poste ordinarie non funzionano . Altri mezzi di trasporto non esistono. Ci si deve affidare ai mezzi delle organizzazioni internazionali. Scrive: "Anche per loro è difficile avere il permesso dalle autorità di Bukavu, perché qui praticamente siamo come in un altro Stato.

Domani dovrebbe arrivare un aereo della Croce Rossa e così approfitto per inviarvi alcune notizie. Porteranno la nostra posta a Bukavu, capita le della regione Kivu ... ". E ancora: "Oggi, verso mezzogiorno, ci hanno informato via radio che dovrebbe arrivare un elicottero dell'ONU da Bukavu. Ci porterà un po' di roba e il sale per la gente".

Un lungo giro a tappe

Ma la preoccupazione e il lavoro principale di padre Gian paolo sono rivolti verso la gente, della quale è al servizio da tanti anni e che in tanti modi cerca di avvicinare, per portare un po' di speranza e di solidarietà.

"Dopo Pasqua partirò per un lungo giro: andrò a trovare le comunità che non visitiamo da novembre del 1999. Quella zona, fino al 27 settembre scorso, era sotto il controllo dei Mai-Mai, mentre qui a Shabunda avevamo i soldati del gruppo Rdc.

Adesso, tutto il territorio di Shabunda è sotto il controllo dei MaiMai; si può circolare più liberamente. Partirò a piedi, andando avanti a tappe. Al massimo, farò 30 chilometri al giorno. Mi aspettano battesimi, comunioni, cresime, matrimoni . .. Ci sarà da lavorare".

Il raccolto è scarso a causa dell'insicurezza

Lo stile del missionario è sempre lo stesso: bisogna continuare a lavorare, a seminare la Parola del Signore, anche se la situazione non è sicura. Del resto la gente, proprio in queste circostanze, ha ancora più bisogno di sentire la presenza del missionario.

"È difficile prevedere quando questa situazione si sbloccherà. Ognuno va per la sua strada. I vari gruppi, che sono in guerra tra loro, non riescono ad arrivare a una intesa comune. Tanti incontri, ma senza risultati concreti. A farne le spese, cioè a soffrire, è sempre la gente.

Unica cosa positiva di questi mesi di occupazione, è che non ci sono più stati combattimenti La gente ha incominciato ad  accogliere il riso, ma la produzione sarà scarsa . L'anno scorso non hanno potuto coltivare bene, a causa dell'insicurezza.

La Croce Rossa ha promesso che porterà una decina di chili di sementi da distribuire alle famiglie: fagioli, arachidi e grano turco. Fra qualche mese si potrà fare il raccolto, se la pioggia o la guerra non rovineranno tutto".

I bambini della prima Comunione

Si lavora, si semina, si fanno tentativi di piccoli progetti di pastorale, ben sapendo che tutto, da un momento all'altro, potrebbe essere spazzato via senza lasciare tracce. Padre Gianpaolo è cosciente di questo rischio; ma non si ferma, non tira i remi in barca.

Rimane lì, accanto alla sua gente. Alle volte la sola presenza del missionario è una testimonianza evangelica di grande impatto e piena di significato. "La situazione è confusa. Molta gente non è ancora tornata nei villaggi, da quando era scappata il 27 settembre dell'anno scorso. Ho trovato molta gente mal messa. Il cibo è scarso e non ci sono soldi. Molti sono stati spogliati anche di quei pochi vestiti che avevano, dai vari gruppi di soldati. Perfino molti bambini della prima Comunione avevano vesti miserabili. In tanti anni che sono qui, non ho mai visto una cosa del genere.

Purtroppo, se non si farà la pace e l'unificazione del Paese, la miseria aumenterà ancora di più. La gente non viene più in massa come una volta. Hanno paura di muoversi".

L'Udinese va bene

Per finire, un tocco sportivo. Il buon friulano non si smentisce mai. Scrive: "Seguo l'Udinese. Dopo l'eliminazione in coppa Italia , sta andando bene ...". Quando riceverà le ultime notizie, sarà ancora più soddisfatto nel sapere che può partecipare alla coppa Uefa. Bravo padre Gianpaolo!

Noi ti stiamo aspettando per le tue meritate vacanze, che hai programmato per il prossimo anno. Intanto tieni alta la bandiera del Friuli.



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