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Sinodo diocesano di Makeni

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Una piccola chiesa si impegna per risorgere dalle macerie della guerra

La diocesi di Makeni ha celebrato il suo primo sinodo nelle due sessioni di maggio e novembre 2006. Non era mai capitato di celebrare un sinodo nella piccola chiesa cattolica della Sierra Leone, che non conta più del 2 per cento della popolazione.

Ma alla fine di dieci anni di guerra (1993-2002) è stato mons. Giorgio Biguzzi, vescovo saveriano di Makeni, a intuire la necessità di un sinodo diocesano, che coinvolgesse e convogliasse tutte le energie della chiesa locale, per far risorgere la diocesi dalle macerie e renderla viva e vivificante.

La difficoltà di mettersi in movimento

2007 6 SierraL3Desiderare e indire il sinodo è stato facile, ma realizzarlo in pratica ha incontrato subito difficoltà di strutture, di finanze e soprattutto di competenze. Per un paio d'anni, il sinodo era rimasto fermo all’orizzonte, come un’aurora che non voleva alzarsi. Se ne parlava, ma senza troppa convinzione né impegno. I problemi per la sua convocazione apparivano più grandi di qualsiasi soluzione.

Poi il piccolo miracolo! Un gruppetto di sacerdoti aveva preso a cuore l’iniziativa del vescovo e si era messo all’opera per organizzare il "segretariato sinodale".

In poco tempo, l’entusiasmo di pochi e la grazia del Signore si sono allargati a molti. Il clero della diocesi è stato coinvolto, insieme ai religiosi. Sette commissioni pre-sinodali sono state formate su sette temi importanti: evangelizzazione, inculturazione, liturgia, famiglia, istruzione, giustizia e pace, governo e autosufficienza. Le commissioni si sono riunite almeno tre volte per raccogliere i dati, esaminarli criticamente e quindi presentare alcune proposte per la stesura di un valido strumento di lavoro.

Gli incontri delle commissioni hanno richiesto tempo e mezzi, ma hanno avuto la volonterosa cooperazione dei membri, al di là di ogni previsione. Lo Spirito aleggiava su di loro e metteva nei loro cuori l’entusiasmo di partecipare a un importante evento ecclesiale, affrontando notevoli sacrifici. Il vescovo aveva composto una bella preghiera per il sinodo, chiedendo a tutta la diocesi di recitarla spesso. La preghiera terminava con l’invocazione alla Madonna, "Regina della Sierra Leone".

L'abito sinodale in vivace arancione

Lunedì 22 maggio 2006. La data fissata per la prima sessione del sinodo arriva quasi all’improvviso e coglie il segretariato con mille e una cosa a cui pensare. Mancano le cose più necessarie e le persone adeguate. Anche i computer e le fotocopiatrici decidono di non ...cooperare. Ma ormai non si può più tornare indietro.

Nonostante le difficoltà, i 120 partecipanti arrivano contenti e puntuali al centro pastorale. Sono sacerdoti e religiosi della diocesi, due rappresentati da ogni parrocchia e una decina di membri nominati dal vescovo. Molti vestono l’abito sinodale, una stoffa arancione con cui sono stati fatti vestiti, camicie e casule con il motto del sinodo "growing as a local church - cresca la chiesa locale" e il disegno della Pentecoste, con Maria al centro. Stanno tutti bene in quell'abito. Danno un senso di appartenenza alla chiesa diocesana.

Ci raduniamo fuori della cattedrale. Ogni parrocchia ha portato una pietra dalla propria terra. Il vescovo benedice la grande croce sinodale e poi insieme entriamo in chiesa. Iniziamo il sinodo con la proclamazione ufficiale e il riconoscimento pubblico di tutti i membri.

Le sessioni - quattro ogni giorno - avvengono al centro pastorale, accanto alla cattedrale. Otto gruppi di lavoro esaminano il documento proposto da ogni commissione e portano le loro opinioni in assemblea plenaria. Tutti cooperano al bene del sinodo, anche il nostro 87enne p. Giuseppe Rabito che non perde neppure una sessione!

Venerdì 26 maggio termina la prima sessione del nostro sinodo. Come previsto, questa sessione non voleva arrivare a conclusioni, ma solo analizzare la situazione e inpiduare nuovi cammini e impegni di crescita. Siamo tutti un po’ stanchi per l’intensità dei lavori e per l’attenzione richiesta. Ma nessuno si lamenta. Lasciamo Makeni con il desiderio di conpidere l'esperienza di una chiesa viva con le nostre comunità e di ritrovarci insieme presto per concludere i lavori.

150 proposte per crescere insieme

Durante l’estate, che anche in Sierra Leone è tempo di vacanze scolastiche e stagione delle piogge, il sinodo sembrava essere andato in letargo. Ma a settembre, il segretariato scuote tutti dal torpore per riprendere l’impegno. Per due mesi, vari gruppi sinodali si incontrano per definire le proposte da votare nella prossima assemblea, a metà novembre.

Ancora una volta i problemi di organizzazione, di informazione e di stampa sembrano moltiplicarsi. La data fissata slitta di due settimane e, pronti o non pronti, ci troviamo martedì 21 novembre, per la seconda sessione. Alla riunione in cattedrale, mons. Biguzzi ricorda a tutti l’impegno della preghiera per avere anche nella diocesi di Makeni una Pentecoste di fuoco e di Spirito Santo.

I seguenti tre giorni vengono dedicati all’esame delle proposte che le commissioni sinodali hanno preparato. La discussione - in gruppi e in assemblea plenaria - è vivace e creativa di nuove idee, enfasi e sfide. Interessante paragonare gli interventi del clero, sempre abbastanza tecnici, con quelli dei laici, molto più realistici e terra-terra. Non poteva essere che così, con una chiesa che vuole crescere insieme!

Finalmente giunge il venerdì pomeriggio del 24 novembre. Sono messe ai voti tutte le proposte definite dal segretariato, secondo le indicazioni delle sette commissioni e i suggerimenti dell’assemblea. Sono quasi 150 le proposte che i delegati sinodali votano, una ad una, con grande serietà e in un clima di gioia ecclesiale. Quasi tutte le proposte ricevono la stragrande maggioranza dei voti. Solo quattro sono rifiutate.

Un nuovo invio per annunciare il vangelo

Al mattino di domenica 26 siamo ancora tutti in cattedrale, un centinaio di delegati, per concludere il sinodo con l’Eucaristia. Siamo lì in preghiera per ringraziare il Signore di essere stati chiesa sinodale, per averla servita, amata e aiutata a crescere. Mons. Biguzzi è esuberante di contentezza. Ci ringrazia, ci impegna, ci congeda con la sua benedizione. Adesso spetta a lui - e allo Spirito Santo - prendere tutte le proposte del sinodo e formulare le esortazioni e direttive necessarie alla crescita della diocesi.

Intanto noi partiamo da Makeni per andare in tutti gli angoli della diocesi e proclamare insieme il vangelo e la voglia di essere chiesa "con volto africano di Cristo".



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