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''Baba'' Camillo Olivani in cielo

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Di Cicognara, l’apostolo dei poliomielitici

Si è spento a Parma, il 6 maggio, padre Camillo Olivani, di Cicognara (MN), all’ età di 87 anni. Era stato cofondatore (29 giugno 1950) e apostolo zelante per quasi mezzo secolo della missione di Makeni in Sierra Leone. Era entrato nell' Istituto a 16 anni, dopo aver fatto le medie e il ginnasio nel seminario diocesano. Vi era stato introdotto da don Primo Mazzolari, di cui era stato per anni fedele chierichetto.

La testimonianza del vescovo mons. Biguzzi

Appena saputa la sua morte, il vescovo saveriano di Makeni, mons. Giorgio Biguzzi, ha scritto una bella testimonianza. "Padre Camillo era un carattere forte, che non conosceva vie di mezzo. Era capace di grande generosità e di scatti d’ira funesta. Ha lasciato un segno molto positivo nel campo scolastico ed educativo. Ancora oggi tanti adulti si vantano di essere stati suoi scolari. Nella città di Kambia gli hanno dedicato una vita: Father Olivani Street. Si è distinto in modo speciale per l’amore ai poveri, ai lebbrosi e ai portatori di handicap. La sua dedizione per loro non conosceva limiti. Ha vissuto una vita povera e semplice".

Il vescovo aveva iniziato la sua missione come aiutante di padre Camillo; da lui aveva imparato ad accogliere gli africani, a rispettarli e amarli come fratelli.

I "figli del diavolo"

Nei suoi primi anni di missione, padre Camillo viveva in una capanna. Era amico di tutti, anche dei musulmani e dei protestanti. Costruite le scuole, ne diventà subito insegnanti qualificato e poi direttore, sia nelle elementari sia nelle medie.

Ben presto incominciò a dedicarsi ai “Polio boys”,  i ragazzi poliomielitici che erano considerati figli del diavolo,  a causa della loro menomazione e venivano isolati e relegati ai margini della società. Egli si prendeva cura di loro come un vero padre, procurando loro stampelle, protesi e carrozzelle, togliendoli così dall' isolamento e facendoli sentire uomini veri, anzi figli di Dio. Ai più anziani, che non sapevano fare altro che mendicare, Baba Camillo provvedeva con aiuti personali, anche quotidiani. Egli era davvero l'uomo della carità.

Tanto cuore e poca testa?

Qualcuno lo rimproverava di usare tanto il cuore e poco la testa, facendo solo assistenzialismo. Egli rispondeva, anche alzando la voce, con il vangelo in mano, con le parole di Gesù: “Avevo fame, avevo sete, ero nudo, ero infermo…! Tutte le volte che avete fatto questo ai miei fratelli, l’avete fatto a me”.

Un'altra preoccupazione di padre Camillo era quella di dare continuità alla edificazione della chiesa locale, attraverso il clero indigeno. Egli fu il primo a costruire un seminario minore. Il figlio del cuoco, Daniel , è diventato sacerdote; ora è vicario generale della diocesi e monsignore.

I poveri l'hanno accolto in paradiso

Un missionario così è la gloria del suo paese. Giustamente Cicognara, dove egli ha desiderato essere sepolto, accanto ai suoi genitori e al fratello, lo ha voluto ricordare domenica 11 maggio, nella Messa parrocchiale. Questo fraterno e semplice ricordo, accompagnato dalla preghiera, gli sarà stato non meno gradito della medaglia d'oro pro Ecclesia et Pontifice, arrivata dal Vaticano.

Lassù sarà stato accolto da una grande schiera di povera gente che egli chiamava "la sua famiglia, i suoi figlioli". Lo hanno preceduto nella casa del Padre e gli hanno preparato un bel posto, accanto al Signore .



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