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Conforti Missionario: Protagonista della missione

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Pur senza partire per le missioni, se non per una breve visita ai suoi figli missionari in Cina nel 1928, come padre di missionari e consacrato alla missione, Conforti è stato e rimane un grande missionario, perché il suo cuore era perfettamente e totalmente missionario.

Non un'opzione, ma un dovere per tutti

Mons. Conforti può essere considerato un modello di "missionario" per i vescovi e il clero. Non solo egli fonda un Istituto esclusivamente missionario, ma dà gran parte del suo tempo per animare missionariamente le chiese che sono in Italia. In numerose lettere circolari ai vescovi delle diocesi italiane, Conforti chiedeva loro che fossero generosi nel favorire le vocazioni missionarie anche tra il loro clero. E sotto questo aspetto, egli, a lungo vescovo di una diocesi povera di preti come Parma, è stato un modello.

Conforti non aveva paura di allargare i propri orizzonti pastorali fino ai confini del mondo. Continuare la missione di Gesù fino agli estremi confini del mondo non era per lui qualcosa di opzionale, ma era sentito come uno stretto dovere per vescovi, sacerdoti, religiosi e laici.

L'Unione missionaria del clero

L'idea di un'organizzazione del clero per promuovere la missione ad gentes era stata a lungo meditata da p. Paolo Manna, missionario del Pime. Era convinzione di p. Manna che il problema missionario fosse un problema di tutta la chiesa. È questa l'idea che ha portato alla fondazione dell'Unione missionaria del clero. L'Unione voleva essere una grande forza spirituale per la conversione del mondo.

Nel 1915, p. Manna aveva già pronto un piano per lanciare la nuova associazione. Ma per farsi ascoltare occorreva una "autorità" che avesse un ascendente anche a livello di gerarchia cattolica. Per questo si rivolge a mons. Conforti, che godeva di grande stima sia presso il Vaticano che nell'episcopato italiano. Al congresso internazionale dell'Unione missionaria del clero il 2 giugno 1922, a Roma, mons. Conforti e p. Manna offrono alle diocesi italiane e a quelle del mondo intero alcune direttive sull'azione missionaria della chiesa.

L'Unione si propone in primo luogo di associare tutti i sacerdoti "per eccitarne lo zelo a favore dell'evangelizzazione del mondo", di raggiungere i suoi nobili scopi con la preghiera e di suscitare e favorire le vocazioni missionarie. L'Unione missionaria pensava anche di sensibilizzare i fedeli verso il mondo non cristiano attraverso feste, giornate e settimane missionarie nelle parrocchie.

Il viaggio in Cina nel 1928

Da settembre a dicembre 1928 mons. Conforti finalmente realizza uno dei suoi più grandi sogni: partire per la Cina, visitare i suoi missionari e gustarsi una vita interamente dedicata all'annuncio del regno di Cristo, lontano dalla patria, tra i non cristiani.

Nei diari è evidente la particolare attenzione di Conforti al mondo cinese che è la sua meta. Dopo l'arrivo a Shanghai scrive: "La prima impressione è quella di trovarsi in mezzo a un popolo che molto promette del suo avvenire e che in tempo non lontano avrà forse la maggior influenza sopra l'equilibrio mondiale, che non potrà fare senza di lui".

Osserva con gioia il lavoro dei suoi missionari, che in pochi anni e in mezzo a tante calamità avevano fondato fiorenti comunità cristiane. Ammira tutte le attività benefiche intraprese: scuole, seminari, ospedale, collegio femminile delle Canossiane. Incontra anche i cristiani, i seminaristi, le suore Giuseppine, congregazione femminile fondata da mons. Calza, uno dei suoi primi figli missionari.

Il tempo vissuto dopo la visita in Cina è stato troppo breve per poter valutare quali cambiamenti avevano prodotto in lui. Di sicuro egli ha riportato una visione diversa e più positiva del popolo cinese.

La fede, norma di pensiero e azione

Il 25 ottobre 1931 nella cappella della casa madre saveriana, mons. Conforti ordina alcuni suddiaconi. È domenica, e si celebra la festa di Cristo Re. Non sentendosi bene, il vescovo si mette a letto, in episcopio.

Padre Franco Teodori era presso di lui e ci ha lasciato la sua testimonianza. "Il 4 novembre chiede prontamente e riceve i sacramenti. Dopo la professione di fede, letta dal vicario generale mons. Schiavi, pronuncia un toccante discorso che commuove tutti i presenti: «La fede è stata sempre la norma del mio pensare; questa fede ho sempre voluto predicare in nome e per autorità stessa di Gesù Cristo. Vorrei poter dire anche che essa è sempre stata la norma del mio operare, se non fossi conscio della mia profonda miseria e della mia grande debolezza. Vi domando perdono in tutto ciò che nella mia vita fosse stato contrario agli insegnamenti della mia fede, la fede degli apostoli, la fede della chiesa»".

La morte avviene alle ore 13,53 del 5 novembre 1931. La salma è visitata da un gran numero di persone per vari giorni. Anche i non credenti gli rendono omaggio. I funerali si svolgono in forma solenne, preceduti dal trasporto della salma in corteo per le vie principali della città, compreso l'Oltre-Torrente. L'omelia funebre in cattedrale è di mons. Cazzani, vescovo di Cremona. Qualcuno ha calcolato centomila persone presenti. Molti visitatori toccavano la salma con corone e altri oggetti sacri, come si usa fare con le immagini dei santi. La salma fu tumulata nella cappella di S. Agata in cattedrale.

I saveriani nel 2011

Nel 1959, il sarcofago marmoreo del Conforti è stato collocato nella chiesa dell'Istituto saveriano, e nel 1996, dopo la beatificazione, è stato portato nell'abside sotto il grande mosaico. Dove egli è raffigurato con altri santi missionari. Il vescovo di Parma mons. Cesare Bonicelli ha elevato questa chiesa alla dignità di santuario Guido Maria Conforti.

San Guido Conforti ha voluto che il primo campo missionario per i suoi figli fosse la continuazione della missione di san Francesco Saverio. Per cui la prima missione dei saveriani è stata la Cina. Ma nel 1954 tutti i missionari furono espulsi e i saveriani accettarono quindi l'invito dei Papi di annunciare il vangelo in molte altre nazioni.

  • Attualmente, i saveriani (850 circa) sono presenti in diciannove Paesi nel mondo.


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