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Camminiamo insieme, Con gli immigrati magrebini

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Angela Marano e i coniugi Paciello, stanno vivendo una bella esperienza con gli immigrati magrebini di Eboli, camminando insieme e creando rapporti umani sinceri.

Era un giorno di mercato al nostro paese. Tra i venditori ambulanti c'erano, come sempre, anche i soliti marocchini. Ad un certo punto, sento la voce di un uomo che dice: "Ciao, grande capo!" E un altro che risponde: "Ciao, grande amico!".

Immigrato e amico

Mi fermo di colpo per gustare la scena. Vedo i due - un ebolitano e un marocchino - salutarsi calorosamente. Rimango colpita del mio stupore. Era la prima volta che potevo associare quelle due parole: immigrato e amico.

Oggi, a distanza di diversi anni da quell'episodio, vivo un altro stupore: quello di avere, tra i nostri amici più cari, ragazzi che si chiamano Aziz, Abdelraim, Mohamed, Hassan, Hatem… Provengono dal Marocco o dall'Algeria e lavorano i campi della Piana del Sele. Sono una risorsa insostituibile per l'economia locale, ma… sono costretti a vivere nella clandestinità oppure a subire lo sfruttamento da parte dei datori di lavoro. Grazie anche alla nuova legge, che lega il loro soggiorno al contratto di lavoro.

AltrItalia: rapporti umani sinceri

Ma non è su questo che voglio fermarmi, quanto piuttosto sull'operato dell'associazione di volontariato "AltrItalia", che ha dato a tanti immigrati la possibilità di uscire dal "buio", di poter essere chiamati per nome, di avere degli interlocutori a cui raccontare le loro storie e le loro speranze.

Avevamo contattato i volontari di AltrItalia, perché portassero la loro testimonianza a un gruppo di giovani. I volontari, invece, ci hanno portato dai "loro amici" marocchini e algerini. Abbiamo potuto vedere i casolari abbandonati dove erano rifugiati: senz'acqua, senza luce, senza servizi. Soprattutto, abbiamo potuto… guardarli negli occhi, stringere le loro mani, scoprire che anche loro hanno un volto da conoscere e valori da condividere.

L'Associazione stava già portando avanti varie iniziative: scuola di italiano, assistenza sanitaria, attività sportive. Abbiamo apprezzato soprattutto lo stile con cui veniva vissuto tutto questo: rapporti umani sinceri, dove al primo posto c'è la persona e non il suo bisogno. In tal modo, l'altro è facilitato ad esprimersi e interagire.

L'esperienza di "camminare insieme"

I coniugi Paciello Carmine e Nuccia ed io -, da due anni, siamo inseriti nella scuola di italiano e nell'assistenza sanitaria. Spesso condividiamo anche la tavola, che è sempre un momento privilegiato per intensificare i rapporti tra persone. Qualche sera fa, ad esempio, abbiamo invitato Aziz, marocchino, e Hatem, algerino. Volevamo prendere qualche iniziativa per portare all'attenzione dell'opinione pubblica la situazione degli immigrati, e volevamo sapere cosa ne pensassero loro.

Aziz e Hatem hanno espresso il loro punto di vista: non erano favorevoli e ci hanno detto i motivi. Ci sono azioni che a noi sembrano opportune, giuste, efficaci, ma… dal nostro punto di vista. E loro, cosa ne pensano?

Sull'agenda missionaria ho letto questo pensiero: "Non camminare davanti a me, potrei non seguirti; non camminare dietro di me, potrei non farti da guida: camminiamo insieme".

"Camminare insieme" - ci sembra proprio l'espressione migliore per descrivere l'esperienza che stiamo facendo. E siamo grati alla vita per questa preziosa opportunità.

  • ANGELA MARANO.


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